Un Mega contro il Maga di Trump
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È da un anno che in Europa si dibatte sulla eventualità di un ritorno di Donald Trump. Ma questo lungo tempo di attesa non pare aver finora prodotto strategie operative e quel salto di qualità che sarebbe necessario, prima per non perire e poi per svolgere quel ruolo che l’Europa ha svolto con grandi risultati nei decenni passati, cioè di coniugare il volto di un altro Occidente, promotore di pace, progresso condiviso e multilateralismo. (Vita)
Se ne è parlato anche su altre testate
Osannato alla vigilia dell’apertura delle urne come viatico per la vittoria di Kamala Harris, nelle riflessioni del giorno dopo è diventato la grande vergogna dell’election day. Errare è umano, perseverare è di sinistra. (Secolo d'Italia)
Ha vinto come ai repubblicani, i rossi sulla cartina geografica del voto, non succedeva dal 2004: il palazzinaro prestato alla politica, e prima alla tv, ha superato Kamala Harris pure sul voto popolare. (L'Unione Sarda.it)
Quattro anni fa andarono alle urne 5,4 milioni di persone. Quando mancavano ancora quattro ore alla chiusura dei seggi i voti espressi erano 4,4 milioni. (Corriere della Sera)
Ma la portata e la forza del suo ritorno vanno ben oltre: il tycoon pigliatutto non solo ha conquistato la Casa Bianca e incassato il voto popolare con un margine di quattro milioni di schede, ma pure la vittoria del suo partito al Senato, e alla Camera i repubblicani si avviano a mantenere la maggioranza, con il controllo di tutto il Congresso. (il Giornale)
Lo so, non ne potete più delle analisi sulla vittoria di Donald Trump. Vi capisco, è lo stesso per me. (L'HuffPost)
Negli ultimi quattro anni, con la presidenza democratica di Joe Biden, gli Stati Uniti sono cresciuti a livelli record sul piano economico, eppure i sondaggi mostrano una popolazione insoddisfatta e una contesa elettorale incerta. (Il Fatto Quotidiano)