Torna Draghi: “Il piano per la Difesa? No a deficit nazionali, sì agli Eurobond”
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ROMA. Lo scorso 9 settembre – quando Mario Draghi presentava il suo rapporto sulla competitività a Ursula von der Leyen – Donald Trump non era ancora presidente e molti scommettevano non lo sarebbe diventato. Da allora è passata un’era geologica, e il primo ad ammetterlo è Draghi stesso: «La nostra sicurezza oggi è messa in dubbio dal cambiamento della politica estera del nostro maggior alleato».… (La Stampa)
Su altri giornali
Eppure, arrivata «la mezza» - ovvero mezz’ora dopo mezzogiorno - i parlamentari avevano fretta di staccare. Non fosse altro perché risparmi e redditi interessano un po’ tutti. (Corriere della Sera)
A questo scopo non va trascurata la creazione di un comando «di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti» e un altro che si occupi di creare una base industriale comune. (il manifesto)
Ci ha ripensato, cioè, sul taglio dei salari e della spesa pubblica (“in quel momento credevamo avrebbe funzionato”), ma non sulla competitività, di cui pure si parlerà nel prossimo Consiglio Europeo del 20-21 marzo. (Radio Radio)
“Il Rapporto vuole mantenere i valori sociali e vuole continuare nella decarbonizzazione, non segue la linea di chi dice ‘basta’”. Se qualcuno da Mario Draghi si aspettava passi indietro sulla t (Rinnovabili)
Alla fine, ieri mattina, a Mario Draghi è toccato pure il red carpet del Senato. ROMA Non una entrée royale, ma poco ci manca. (ilmessaggero.it)
Un secco commiato che lascia abbastanza interdetti i parlamentari, ma che la dice lunga sui tempi ruvidi che attraversiamo. Vi ringrazio molto per l’attenzione, grazie". (QUOTIDIANO NAZIONALE)