Draghi al Senato: “Sicurezza in dubbio con la svolta di Trump. I dazi sconvolgono l’ordine mondiale”

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la Repubblica INTERNO

ROMA – Mario Draghi è atteso alle 10 nell'aula Koch di Palazzo Madama per un'audizione davanti a tre Commissioni riunite Affari Europei, Bilancio e Attività Produttive. L'ex premier e presidente della Bce presenta al Senato il suo Rapporto sulla competitività, presentato al Parlamento europeo il 17 settembre scorso. Quando Draghi, su impulso della Commissione europea guidata da Ursula der Leyen, stilava il suo rapporto, Donald Trump non era ancora stato eletto. (la Repubblica)

Su altri giornali

Eppure, arrivata «la mezza» - ovvero mezz’ora dopo mezzogiorno - i parlamentari avevano fretta di staccare. Questa volta, però, nella Sala Koch, la più grande del Senato, scelta per accogliere i parlamentari delle tre Commissioni Bilancio, Attività produttive e Politiche della Ue di Montecitorio e Palazzo Madama non c’era un «prof» qualunque o un supplente dell’ultim’ora. (Corriere della Sera)

Un condensato per capire quello che in termini economici non torna di Mario Draghi e la distanza tra le sue politiche del 2011 e quelle attuali – o meglio, quelle che adesso dice si dovrebbero perseguire. (Radio Radio)

E ringrazio tutti voi per l’interesse e per i contributi che sono certo arricchiranno un dibattito che ritengo decisivo per il futuro dei cittadini italiani ed europei. Signori Presidenti,Onorevoli Senatori e Deputati, È un grande piacere avere l’occasione di approfondire con voi i contenuti del Rapporto sul Futuro della Competitività Europea. (Corriere della Sera)

Da un anno in qua una copertina del genere si potrebbe riproporre anche per gli interventi pubblici di Mario Draghi, compreso quello tenuto … (Il Fatto Quotidiano)

Il quadro delineato dall’ex Presidente del Consiglio evidenzia un’Europa in ritardo su diversi fronti: energia, innovazione, regolamentazione, difesa. Un’Europa che, dopo anni di austerità e rigidità fiscale, si trova oggi a dover fare i conti con la necessità di investire massicciamente in settori strategici. (Agenda Digitale)

Una «difesa» che non è composta solo da fucili e missili, ma anche da «droni, digitale, spazio e cybersicurezza». A questo scopo non va trascurata la creazione di un comando «di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti» e un altro che si occupi di creare una base industriale comune. (il manifesto)