Meloni sente Trump: «Confermata la solida alleanza Italia-Usa». Poi la telefonata con Musk
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Il colloquio telefonico è arrivato dopo la vittoria. Ieri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sentito il neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per congratularsi della vittoria elettorale. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che «la conversazione ha costituito l'occasione per confermare la solida alleanza, il partenariato strategico e la profonda e storica amicizia che da sempre legano Roma e Washington». (L'Unione Sarda.it)
Se ne è parlato anche su altri media
Toni ben lontani da quelli, molto istituzionali, con cui Giorgia Meloni saluta la vittoria di Donald Trump. E anche a ricordare che è lui l’unico ad essersi dichiarato pubblicamente fin dall’inizio trumpiano doc (“altri nel centrodestra la pensavano in modo diverso, è evidente”) . (Giornale di Sicilia)
La marcia di avvicinamento della premier alla nuova Casa Bianca è iniziata. (la Repubblica)
Milano, 7 nov. Lo ha scritto su X la premier, Giorgia Meloni. (Agenzia askanews)
Subito una telefonata con Donald Trump per “congratularsi della vittoria elettorale”. In piena osservanza del protocollo, Giorgia Meloni ha avuto un colloquio con il vincitore delle elezioni presidenziali americane, ma poi ha deciso di telefonare anche a chi una carica istituzionale, almeno per il momento, non ce l’ha, ossia il multimiliardario proprietario di Tesla e Space X, grande alleato del tycoon nella corsa alla Casa Bianca. (Il Fatto Quotidiano)
Giorgia Meloni ha telefonato a Donald Trump dopo la straripante vittoria alle elezioni americane che ha riportato il tycoon alla Casa Bianca. La premier si è congratulata con il candidato repubblicano, confermando la solida alleanza, il partenariato strategico e la profonda e storica amicizia che da sempre legano Roma e Washington (Il Sole 24 ORE)
Dopo la vittoria del comune amico Trump si sono parlati al telefono come amici di vecchia data che commentano la partita della loro squadra del cuore, ossia la destra sovranista che dilaga negli Usa e che agita l’Europa. (La Stampa)