La gran lezione della Cavaliera alla destra di Tajani e Meloni (di A. De Angelis)

La gran lezione della Cavaliera alla destra di Tajani e Meloni (di A. De Angelis)
Per saperne di più:
L'HuffPost INTERNO

Ode a Marina, Cavaliera di fatto e di diritto, per eredità e natura. C’è poco da fare, la storia travalica i confini degli amanti del genere e i confini della casa. Ed è quella di una leadership involontaria per evocazione certo, ma anche, sempre per stare alle suggestioni, per quid, che è un dato forse altrettanto ereditario, ma meno proprietario delle fidejussioni. E la storia – anche qui: c’è poco da fare – sembra sempre quella di un’incompiuta, perché la suggestione (e qui c’entra il cognome), per riflesso collettivo e pavloviano, nel Palazzo e fuori, l’associ sempre a un “quando” della discesa in campo. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altre testate

“La Silvio Berlusconi Editore avrà un’unica parola d’ordine: libertà. E sul fine vita e diritti Lgbtq stupisce tutti. (opinione.it)

Marina Berlusconi, in un’intervista al Corriere, ha voluto lanciare la casa editrice intitolata a suo padre e le sono bastati alcuni passaggi – chiari e ben assestati – su diritti, libertà e sovranismo per creare curiosità e dibattito (24+)

Purtroppo, sono molto distanti dalla pratica del governo che guida oggi il nostro Paese. Sono loro che hanno voluto le associazioni integraliste cattoliche nei consultori e sono gli stessi che limitano fortemente i diritti delle comunità LGBTQ+, non riconoscendo una legge che sancisca questi diritti e reprima la violenza che subiscono quotidianamente. (Civonline)

Al Foglio non è piaciuta l'intervista "di sinistra" di Marina Berlusconi: «Ridateci Drive In»

Anche qui, vede, si torna alla questione di fondo, quella su cui non credo si possa arretrare di un millimetro: la questione della libertà”, dice l’imprenditrice figlia dell’ex presidente del Consiglio in un’intervista al Corriere della Sera. (LA NOTIZIA)

Marina Berlusconi è un'italiana straordinaria (nel senso letterale del termine) ma che nell'intervista al Corriere della Sera si pone come un'italiana ordinaria, normale, maggioritaria in un Paese che mass media e partiti tendono invece a spaccare in due: questo in virtù di un bipolarismo che semplicemente non c'è, o meglio, non c'è sui cosiddetti «diritti civili», i quali mass media e partiti tendono invece a prefigurare come iper-divisi: una narrazione equivoca e strumentale. (il Giornale)

Secondo Salvatore Merlo in quell’intervista «non abbiamo riconosciuto l’uomo che ha salvato l’Italia con Eva Grimaldi e Massimo Boldi, quello che insomma ci ha fatto capire che Umberto Smaila è assai meglio di Antonio Gramsci». (Open)