Caso Almasri, il Tribunale dei ministri ha chiesto documenti anche ai Servizi segreti

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Il Fatto Quotidiano INTERNO

Non solo il ministero della Giustizia e la direzione centrale immigrazione del Viminale. Nelle scorse settimane il Tribunale dei ministri di Roma, che sta indagando sulla vicenda del rimpatrio del generale libico Osama Njeem Almasri, ha chiesto di acquisire documentazione anche alle Agenzie di sicurezza, ossia agli uffici dei Servizi segreti italiani. L’indagine è quella a carico della premier Giorgia Meloni, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e di quello della Giustizia Carlo Nordio e del sottosegretario con delega ai Servizi, Alfredo Mantovano (Il Fatto Quotidiano)

Su altre fonti

Politico, il prestigioso quotidiano statunitense, ha dedicato la sua apertura a un lunghissimo approfondimento sul “caso Al-Masri” e alle responsabilità della politica italiana nel rilascio di un uomo ricercato dalla Corte Penale Internazionale con accuse di crimini contro l’umanità. (Policy Maker)

Il brutto ko contro il Bologna ha fatto infuriare il presidente Lotito che ha visto una Lazio dimessa e molto preoccupante per il futuro. Baroni a rischio Lotito infuriato (News Sports)

Alleanza Verdi-Sinistra torna a premere sul caso Almasri e con una nuova interrogazione chiede spiegazioni a Giorgia Meloni e ai ministri Nordio, Tajani e Piantedosi. (Fanpage.it)

È scontro sul caso Almasri tra la Corte penale internazionale e l’Italia, considerata «inadempiente» dalla Camera preliminare, l’organo giudiziario della Cpi, perché il nostro governo non ha risposto sul perché il generale libico Njeem Osama al-Masri (nella foto), criminale di guerra accusato di omicidi, violenze e torture e condannato dalla Corte penale internazionale all’ergastolo, non è stato consegnato al tribunale dell’Aja. (il Giornale)

Il termine scadeva oggi. Il governo ha chiesto una proroga per l'invio delle informazioni sollecitate dalla Corte penale internazionale sul caso Almasri. (Corriere Roma)

L'Italia chiede alla Corte penale internazionale una proroga per l'invio delle informazioni sulla vicenda Almasri che il tribunale dell'Aia ha richiesto a Roma, e il cui termine sarebbe scaduto ieri. La scelta di procrastinare la risposta all'Aja, spiegano al Giornale fonti del governo, è una mera questione tecnico-giuridica legata alla scansione temporale delle due indagini: non c'è nessun braccio di ferro tra Palazzo Chigi e la Corte, non esiste nessun tentativo di aprire un fronte di conflitto con l'organismo che ha sede nella città dei Paesi Bassi a proposito dell'arresto e del successivo rimpatrio, a gennaio scorso, del generale libico accusato di tortura (il Giornale)