Zuckerberg: «Lavorerò con Trump contro censura». E Meta chiude programma di fact-checking

Zuckerberg: «Lavorerò con Trump contro censura». E Meta chiude programma di fact-checking
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ilmessaggero.it ECONOMIA

Mark Zuckerberg apre a Donald Trump. «Lavoreremo col presidente Trump per respingere i governi di tutto il mondo che se la prendono con le società americane e premono per una censura maggiore», afferma il ceo di Meta in un video in cui annuncia lo stop al fact-checking, accusando tra l'altro l'Europa di avere «un sempre crescente numero di leggi che istituzionalizzano la censura e rendono più difficile realizzare qualsiasi innovazione lì». (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri giornali

In un video pubblicato su Instagram, Facebook e Threads, Mark Zuckerberg ha annunciato lo stop al fact-checking su tutte le piattaforme Meta. Come cambieranno le cose (Virgilio Notizie)

Non tutti gli utenti possono partecipare: generalmente sono richiesti alcuni requisiti, come avere un account verificato e una certa anzianità di utilizzo della piattaforma. Il nuovo modello delle “community notes” si baserà sul crowdsourcing della verifica delle informazioni: affiderà a un gruppo selezionato di utenti il compito di aggiungere note di contesto ai contenuti. (Sky Tg24 )

Perché secondo lui la vittoria di Trump ha indicato l… Il modo in cui Mark Zuckerberg ha spiegato ieri la fine dei controlli sui contenuti pubblicati da Facebook dimostra che è una svolta epocale, che per il momento vale solo per gli Stati Uniti e ha implicazioni assai più ampie del “fact checking”. (la Repubblica)

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D ice Mark Zuckerberg che ora «torna alle nostre radici sulla libertà di espressione». Adesso sì che il fondatore di Facebook fa paura: proprio i social network, per primo Fb, hanno reso semplicissimo diffamare e calunniare, o diffondere notizie false. (L'Unione Sarda.it)

La svolta di Meta conferma la linea 'friendly' nei confronti del nuovo presidente degli Stati Uniti, consolidata con la nomina del repubblicano Joel Kaplan come Chief of Global Affairs di Meta e con l'inserimento di Dana White nel Cda: il numero 1 dell'UFC è sempre stato un 'trumpiano' doc e dopo il trionfo del presidente nelle elezioni del 5 novembre ha avuto anche l'onore di salire sul palco nella festa post-voto. (Adnkronos)

Secondo i ricercatori di Toronto che hanno condotto uno studio sul caso, la giovane avrebbe fatto presente la possibile correlazione, ma "le sue preoccupazioni non sono state adeguatamente affrontate dai suoi medici di base". (Il Giornale d'Italia)