Israele, Libano: «Nasrallah aveva accettato la tregua prima di essere ucciso»

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ROMA on line ESTERI

Pochi giorni prima di essere ucciso in un raid israeliano, venerdì scorso, a Beirut - aveva accettato una tregua di 21 giorni con Israele. Lo ha detto alla Cnn il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib. "Era d'accordo", ha detto il ministro a Christiane Amanpour. "Il Libano aveva accettato un cessate il fuoco, ma consultandosi con Hezbollah. Il capo del Parlamento, Nabih Berri, si era consultato con Hezbollah e avevamo informato americani e francesi", ha raccontato il ministro. (ROMA on line)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il ribilanciamento di forze che necessariamente sta avvenendo nell’area ha un effetto all’interno del paese e sul resto delle formazioni politiche presenti, per il momento in maniera ancora pacifica. (il manifesto)

(Adnkronos) – Il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah – pochi giorni prima di essere ucciso in un raid israeliano, venerdì scorso, a Beirut – aveva accettato una tregua di 21 giorni con Israele. Lo ha detto alla Cnn il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib. (CremonaOggi)

E i danni, perlomeno quelli a case e strutture civili, si vedono nelle foto pubblicate dai media nazionali. Dopo i 200 missili balistici lanciati martedì sera dall’Iran su Israele, si attende la rappresaglia dello stato ebraico contro la Repubblica islamica. (La Stampa)

La svolta del "Nuovo Ordine" sul Medio Oriente di oggi e di domani (di M. L. Fantappiè, IAI)

Il numero delle vittime degli attacchi aerei israeliani sul centro di Beirut è salito a sei, secondo i rapporti di Al Jazeera. (Contropiano)

Nella guerra su più fronti di Israele contro quello che il presidente Benjamin Netanyahu chiama «l'asse del male» - e che si autodefinisce «l'asse dei resistenti», ovvero l'Iran e le sue milizie satelliti sparse in Medio Oriente - le mosse militari sul terreno vanno di pari passo con le mosse politico-diplomatiche. (Avvenire)

L’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, segna un punto di svolta nel conflitto in Medio Oriente. In primo luogo, perché rivela quello che molti ormai sospettavano: il piano strategico di Israele del post-7 ottobre non si limita alla Palestina e alla distruzione di Hamas, artefice degli attacchi, ma è molto più ampio e investe l’ambito regionale. (L'HuffPost)