Trump lascia tutti nell'incertezza: possibile ripensamento sui dazi
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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha nuovamente acceso i riflettori sulle politiche commerciali con una serie di annunci e parziali ritrattazioni in merito all'imposizione di nuovi dazi. L'atmosfera di incertezza si è fatta sentire sui mercati globali, con ripercussioni immediate sulle borse e sulle strategie delle aziende multinazionali. Il ripensamento sui dazi Inizialmente, il 2 aprile era stato ribattezzato dallo stesso Trump come il "Liberation Day", un giorno che avrebbe dovuto segnare l'entrata in vigore di un ampio ventaglio di tariffe, comprese quelle sul settore automobilistico. (Virgilio)
La notizia riportata su altri giornali
. Parlando ai giornalisti alla Casa Bianca, il presidente Trump ha spiegato che gli Stati Uniti avranno bisogno di tutti questi prodotti realizzati in ambito nazionale, soprattutto se ci saranno problemi, guerre comprese. (Tiscali Notizie)
Stellantis Ford (LA STAMPA Finanza)
Il capo della Casa Bianca ha confermato che ci sarà un annuncio sui dazi che gli Usa imporranno su auto, alluminio e prodotti farmaceutici, ma non ha indicato una data. Donald Trump va avanti con la sua politica economica improntata sui dazi. (LAPRESSE)
Obiettivo Net Zero: la sfida che l’industria ittica non può più ignorare – In un contesto globale in cui la sostenibilità è diventata la chiave d’accesso al mercato, anche l’industria ittica – da sempre colonna portante del sistema agroalimentare – si trova di fronte a una svolta epocale. (PesceInRete)
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 25 mar - Il presidente Usa Donald Trump sta valutando un approccio in due fasi per i nuovi dazi annunciati a partire dal 2 aprile, utilizzando - per imporre dazi d'emergenza - poteri che raramente vengono impiegati, mentre vengono portate a termine le indagini sui partner commerciali degli Stati Uniti (Il Sole 24 ORE)
Donald Trump sembra frenare in parte sui dazi annunciati per il 2 aprile, che potrebbe risparmiare ad alcuni settori come auto, farmaci e chip, pur imponendo quelli reciproci ai "dirty 15", ossia ai 15 Paesi con cui gli Usa hanno il peggior squilibrio commerciale. (La Gazzetta dello Sport)