Analisi Tecnica: Future Natural Gas TTF del 7/01/2025, ore 15:50
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Aggiornamento ore 15:50 Il Future sul Natural Gas TTF registra una flessione dell'1,50% rispetto alla vigilia, attestandosi a 46,471 euro per Megawatt-Ora. Operativamente ci si attende un'estensione all'ingiù della curva con area di supporto vista a 45,891 e successiva a quota 45,31. Resistenza a 47,122. Le indicazioni non costituiscono invito al trading.(A cura dell'Ufficio Studi Teleborsa) (LA STAMPA Finanza)
Se ne è parlato anche su altri media
Per l’Italia si tratta di un danno evidente perché aveva, nel corso dell’ultimo anno, ripreso gli acquisti di gas russo a prezzi molto bassi. Con un raddoppio delle quantità rispetto all’anno precedente e con una quota totale che aveva raggiunto il 10%. (Valori.it)
Le guerre alle porte dell’Europa convergono sull’Africa e si aggiungono alle minacce intrinseche del continente. L'analisi di Francesco D’Arrigo, direttore dell'Istituto Italiano di Studi Strategici "Niccolò Machiavelli". (Start Magazine)
Ma quel valore fissato all’Intercontinental Exchange (l’Ice) in Olanda resta il doppio rispetto a undici mesi fa e quasi un quarto sopra ai livelli di metà dicembre. Ieri il prezzo del gas in Europa, misurato alla cosiddetta Title Transfer Facility (Ttf) di Amsterdam, è sceso rapidamente: meno 4,89% in un giorno a 47,1 euro a megawattora, la quotazione più bassa dell’ultima decina di giorni. (Corriere della Sera)
Nelle ultime settimane, i prezzi del gas sono tornati a crescere. Subito sono saltati fuori il solito capro espiatorio (la “grande speculazione”) e la soluzione sempreverde (il price cap). Prezzi gas: la speculazione non è il nemico e il price cap non è la soluzione (Analisi Difesa)
Prezzo del gas in crescita marginale sul mercato di Amsterdam, di riferimento per l'Europa: il future sul metano con consegna a febbraio, dopo una seduta passata quasi interamente al ribasso, ha chiuso in aumento dello 0,3% a 47,4 euro al Megawattora. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Anche dal punto di vista temporale, come del resto per il conflitto nel Donbass, iniziato nel 2014, le radici sono più profonde e vanno allo stesso modo a collocarsi nel periodo del crollo dell’Unione Sovietica e della transizione postcomunista, quando hanno iniziato a cambiare gli equilibri interni ai nuovi Stati divenuti indipendenti e quelli internazionali tra le varie potenze; inizialmente nel contesto di un mondo unipolare dominato dagli USA, più recentemente in quello multipolare dove altri grandi player hanno fatto capolino, in primo luogo la Cina. (RSI)