Migranti, Musk attacca i giudici di Roma: «Devono andarsene». Salvini twitta in inglese: «Rischio 6 anni di carcere». Protestano magistrati e opposizione

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Il commento del patron di X e Tesla arriva mentre i toni dello scontro tra governo e magistratura sono sempre più tesi. Dal Csm la replica: «Parole pericolose». Lupi e Rampelli: «Grazie Musk, ma facciamo da soli» Continuano le strizzatine d’occhio tra Giorgia Meloni e Elon Musk, questa volta a distanza. Ieri – lunedì 11 novembre – il tribunale di Roma ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione europea la decisone sul trattenimento dei sette richiedenti asilo che erano stati trasferiti lo scorso venerdì nel Centro di permanenza e rimpatrio di Gjadër, in Albania. (Open)

Su altre fonti

Perché fa crollare un pilastro su cui si è sempre basata Giorgia Meloni: evitare commenti su politiche e sistemi giudiziari di altri Paesi. Certo, la premier può sempre continuare a sostenere che Elon Musk sia solo un “privato cittadino” (come ha ribadito a Budapest pochi giorni fa), … (Il Fatto Quotidiano)

Resta alta, e assume singolari venature a stelle e strisce, la tensione fra il governo e la magistratura, legata alle pronunce di non convalida dei trattenimenti di migranti destinati ai centri costruiti in Albania. (Avvenire)

– “Per me dietro quel tweet c’è una lettura politica”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il dibattito e i ruoli istituzionali

Matteo Salvini e Giorgia Meloni per anni hanno concimato l’idea che un miliardario americano (di cui non dimenticavano mai di sottolineare l’origine ebrea) George Soros decidesse le sorti del mondo con i suoi fantamiliardi favorendo l’immigrazione clandestina per rovesciare le democrazie europee. (left)

Il patron di Tesla, SpaceX e Starlink oltre che di X, pedina fondamentale nella campagna elettorale di Donald Trump, commenta la notizia postata da una star emergente di X, Mario Nawfal, sulla decisione di sospendere la convalida dei trattenimenti a Gjader di 7 migranti provenienti dall'Egitto e dal Bangladesh. (Adnkronos)

E non perché Trump non pensi o dica le stesse cose, ma appunto vuol essere lui a dirle e non le lascia dire a nessun altra delle persone che ha vicino, perché presentarsi come una vittima delle toghe politicizzate fa parte della sua campagna elettorale permanente (e per inciso, da ieri anche la condanna ricevuta per i pagamenti a Stormy Daniels, tra le più pericolose delle donne del nuovo/vecchio Presidente, è tornata in forse). (La Stampa)