Il Dipartimento di Giustizia USA chiede a Google di vendere Chrome

Il Dipartimento di Giustizia USA chiede a Google di vendere Chrome
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iSpazio ECONOMIA

Di recente, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto al giudice federale Amit Mehta di imporre ad Alphabet, la società madre di Google, la vendita del browser Chrome. Questa richiesta rappresenta una mossa senza precedenti nella lotta al monopolio tecnologico e potrebbe avere ripercussioni significative sul settore digitale. Advertising La decisione è giunta a seguito della sentenza emessa lo scorso agosto, con cui il giudice Mehta ha stabilito che Google ha violato le leggi antitrust consolidando la sua posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca. (iSpazio)

Ne parlano anche altri giornali

Secondo quanto riporta Bloomberg il governo Usa potrebbe chiedere a un giudice americano di obbligare la casa madre del motore di ricerca Google, Alphabet, a cedere il suo browser, Chrome. (Sky Tg24 )

Il governo statunitense vuole costringere Google a vendere Chrome. (Corriere della Sera)

Come si è arrivati a questa decisione e le ripercussioni sugli utenti (il Giornale)

Via Chrome dall’impero di Google. L’Antitrust Usa fa a pezzetti Mountain View?

La soluzione per spezzare il dominio di Google, secondo il Dipartimento di Giustizia (Doj) degli Stati Uniti, potrebbe essere la vendita del browser Chrome. Lo riporta Bloomberg, sostenendo che sia questa la misura chiesta dal Doj alla big tech per ripristinare la concorrenza nel settore delle ricerche online. (Milano Finanza)

MILANO – La prima vittima dello scontro in tema di Antitrust tra il Dipartimento di Giustizia Usa e Google potrebbe essere Chrome. Secondo quanto riporta Bloomberg il governo Usa potrebbe chiedere a un giudice americano di obbligare la casa madre del motore di ricerca, Alphabet, a cedere il suo browser (la Repubblica)

Questa volta a insidiare una Big Tech americana non è la solita puntigliosa Commissione europea, ma la Giustizia degli Stati Uniti: Google potrebbe essere costretta a separarsi da Chrome e ad autoimporsi diversi limiti sul proprio s. (Start Magazine)