Contratto statali, settimana corta a parità di stipendio, buoni pasto in smart working, aumenti: cosa prevede il rinnovo

Contratto statali, settimana corta a parità di stipendio, buoni pasto in smart working, aumenti: cosa prevede il rinnovo
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Corriere della Sera INTERNO

La settimana corta, lavorare quattro giorni invece di cinque allo stesso stipendio, potrebbe presto debuttare anche nella Pubblica amministrazione. In via sperimentale e sempre a discrezione dei singoli uffici, ma è quanto cercheranno di discutere le parti nell’ambito del rinnovo contrattuale delle Funzioni centrali, previsto per domani 6 novembre, con l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), che per il momento non ha chiuso la porta a questa possibilità. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

L'accordo è stato sottoscritto dalla Cisl-Fp e dai sindacati autonomi Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, no invece da Fp-Cgil e Uil-Pa. (Corriere della Sera)

I buoni pasto saranno riconosciuti anche in smart working. Il nuovo contratto dei dipendenti statali è stato approvato: i sindacati hanno trovato l'accordo definito con l'Aran, nonostante l'opposizione di Cgil e Uil. (Fanpage.it)

Buoni pasto pagati anche a chi lavora in smart working. La possibilità per i ministeri, le Agenzie fiscali, gli enti pubblici economici come Inps e Inail di sperimentare la settimana corta di quattro giorni a parità di orario e di stipendio. (ilmessaggero.it)

Funzioni centrali, governo e Aran scelgono la rottura

Con una spaccatura tra i sindacati - il rinnovo del contratto 2022-24 del comparto Funzioni centrali, che interessa circa 195mila dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali, degli enti pubblici non economici tra cui Inps e Inail. (La Stampa)

Il testo, che prevede un incremento retributivo medio di 165 euro per tredici mensilità, è stato firmato solo dalla Cisl-Fp e dai sindacati autonomi Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, non da Fp-Cgil e Uil-Pa. (Il Fatto Quotidiano)

Il governo e Aran “si prendono la responsabilità di scegliere la via della rottura di una trattativa ancora in corso, quella del rinnovo del contratto funzioni centrali, che lasciava ancora margini per migliorare un testo che non dà risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto”. (Collettiva.it)