Hong Kong, Lai testimonia al processo: "Mai chiesto a Usa di intraprendere azioni"

Hong Kong, Lai testimonia al processo: Mai chiesto a Usa di intraprendere azioni
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LAPRESSE ESTERI

L'imprenditore è accusato di avere cospirato contro il governo cinese per conto degli Stati Uniti L’ex editore di Hong Kong Jimmy Lai ha iniziato a testimoniare nel processo in cui è coinvolto. L’imprenditore, accusato di avere cospirato contro il governo cinese per conto degli Stati Uniti, ha raccontato in tribunale dei suoi incontri nel 2019 con l’ex vicepresidente statunitense Mike Pence e l’ex segretario di Stato Mike Pompeo durante le proteste anti-governative a Hong Kong. (LAPRESSE)

Su altre fonti

Duecentoquarantacinque anni e cinque mesi di carcere. Il braccio giudiziario del regime di Hong Kong, teleguidato da Pechino, ha seppellito ieri il movimento democratico della città sotto una valanga di sentenze durissime, condannando 45 tra attivisti, giornalisti e politici per il reato di «cospirazione al sovvertimento del potere statale», con pene che vanno dai quattro ai dieci anni di prigione. (Tempi.it)

Mentre il vice-premier cinese He Lifeng esortava Hong Kong a rafforzare il suo status di polo finanziario, intervenendo a un forum di alti dirigenti finanziari globali, dall’altra parte della baia di Victoria Harbour molti hongkonghesi si mettevano in coda sotto la pioggia fuori dalla sede del Magistrates' Courts, il tribunale di West Kowloon, sotto l’occhio attento della polizia. (L'HuffPost)

“Mai”. Mai, giura Jimmy Lai, ha chiesto ai suoi contatti stranieri di agire contro la Cina o contro il governo di Hong Kong. (la Repubblica)

Hong Kong, parla Jimmy Lai da quattro anni in carcere: «Più si sa e più si è liberi»

Tutti colpevoli di «sovversione dei poteri dello Stato». Con questo verdetto, si è concluso il maxi processo mai intentato finora contro l’opposizione democratica nell’ex colonia britannica in base alla legge sulla sicurezza nazionale. (il manifesto)

Le accuse Cina: "Democrazia non deve essere pretesto per attività illegali" (LAPRESSE)

Non più davanti ai cortei con centinaia migliaia di cittadini che fino al 2019 hanno cercato di fermare la morsa cinese sull’autonomia della City, ma nell’aula del tribunale che lo sta processando per «cospirazione, collusione con potenze straniere e pubblicazione di materiale sedizioso». (Corriere della Sera)