VIDEO Hong Kong, il furgone della polizia con a bordo l'attivista Jimmy Lai arriva in tribunale
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L’ex editore e attivista di Hong Kong Jimmy Lai ha iniziato a testimoniare nel processo in cui è coinvolto. I media locali hanno diffuso il video del furgone della polizia sul quale l’attivista è arrivato in tribunale. Lai, accusato di avere cospirato contro il governo cinese per conto degli Stati Uniti, ha raccontato in tribunale dei suoi incontri nel 2019 con l’ex vicepresidente statunitense Mike Pence e l’ex segretario di Stato Mike Pompeo durante le proteste anti-governative a Hong Kong. (LAPRESSE)
Ne parlano anche altri media
Quattro anni dopo essere stato chiuso in un carcere di massima sicurezza che gli consente non più di 50 minuti di «aria» al giorno, l’editore democratico di Hong Kong Jimmy Lai ha potuto parlare in pubblico. (Corriere della Sera)
Mentre il vice-premier cinese He Lifeng esortava Hong Kong a rafforzare il suo status di polo finanziario, intervenendo a un forum di alti dirigenti finanziari globali, dall’altra parte della baia di Victoria Harbour molti hongkonghesi si mettevano in coda sotto la pioggia fuori dalla sede del Magistrates' Courts, il tribunale di West Kowloon, sotto l’occhio attento della polizia. (L'HuffPost)
L'ex editore e attivista di Hong Kong Jimmy Lai ha iniziato a testimoniare nel processo in cui è coinvolto. I media locali hanno diffuso il video del furgone della polizia sul quale l'attivista è arrivato in tribunale. (Il Sole 24 ORE)
Con questo verdetto, si è concluso il maxi processo mai intentato finora contro l’opposizione democratica nell’ex colonia britannica in base alla legge sulla sicurezza nazionale. Tutto quello che restava del fronte democratico di Hong Kong ora ha vita solo nelle aule di tribunale e nelle carceri. (il manifesto)
“Ho chiesto all’ex vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence di parlare a favore di Hong Kong, di sostenerci”, ammette, ma era “fuori dalla mia portata” chiedere a Pence di agire. Mai, giura Jimmy Lai, ha chiesto ai suoi contatti stranieri di agire contro la Cina o contro il governo di Hong Kong. (la Repubblica)
Duecentoquarantacinque anni e cinque mesi di carcere. Il braccio giudiziario del regime di Hong Kong, teleguidato da Pechino, ha seppellito ieri il movimento democratico della città sotto una valanga di sentenze durissime, condannando 45 tra attivisti, giornalisti e politici per il reato di «cospirazione al sovvertimento del potere statale», con pene che vanno dai quattro ai dieci anni di prigione. (Tempi.it)