Il Miglior pescato del Golfo, trova la giusta location per essere apprezzato

Tra un maître gran professionista ed uno chef cultore del gusto, il Top della ristorazione
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Napoli, (informazione.it - comunicati stampa - cibi e bevande)

A Quarto, in via Campana 206, il nuovo Ristopescheria Don Salvatore, che il 26 luglio, ha aperto i battenti a veri buongustai del nostro prodotto ittico, rappresenta un bomboniera di qualità dell’enogastronomia. Il luminoso locale, che con le misure di distanziamento sociale imposte per la prevenzione a contaggi Covid 19 è in grado di accogliere 25/30 avventori, si presenta con ambienti raffinati e molto accoglienti sia per l’arredamento che per l’hotellerie, ma quel che maggiormente conta il servizio offerto dal titolare Paolo Ripa, direttore di sala impeccabile nelle sue attenzioni a tutte le esigenze e desideri dei clienti. Altro elemento essenziale ed invitante alla frequentazione di questo “tempietto del buon gusto” è senza dubbi la cucina, ben visibile attraverso i vetri che la separano dalla sala, con la possibilità di seguire le elaborazioni e creazioni degli ottimi piatti che lo chef Benedetto Espedito propone. Quello che è l’essenziale per uno chef, ovviamente è il prodotto primario per realizzare i piatti che con la sua esperienza, il suo impegno lavorativo e dando sfogo a proprie idee acquisite e sperimentate anche con impegni di lavoro avuti con grandi maestri della cucina, riesce a creare per suscitare emozioni da parte del cliente. Benedetto viva Dio, con la sua giovane età, 34 anni, già da tempo si è messo in luce per le sue potenzialità di successi vincendo numerose gare di competizioni fra cuochi nazionali ed internazionali, come la sesta tappa dell’anno 2017 di “Maratona a Tavola” una ormai storica e nota manifestazione che tiene tappe in Italia ed in tutta Europa e che diede l’opportunità a Espedito di conquistare al ristorante “il Piccantino” di Quarto, con una rivisitazione di uno “Spaghetto allo scammaro” tradizionale e semplice ricetta napoletana, il primo posto. Io che ero in giuria per quella gara feci degli apprezzamenti al giovane chef, perché si sa che i piatti che sembrano semplici richiedono ancor più bravura da parte di colui che li elabora, in quanto occorre assemblare e trattare gli ingredienti senza possibilità di errori, un po’ come per uno spaghetto aglio e olio o una piazza marinara che sembrano tanto facili, ma per farle bene occorre un’arte e ricordo che diedi anche qualche consiglio a Espedito. Sono stato ora molto felice di averlo rincontrato per caso come chef del “Don Salvatore”, in primis perché umilmente mi ha confidato di aver fatto tesoro del consiglio da me datogli in quell’occasione, ma soprattutto per aver scoperto i grandi passi professionali che Benedetto ha messo a segno con il personale impegno quotidiano e le risposte che è riuscito a trovare con lo stesso, confermato dai plausi ed elogi che tante persone che scelgono questo locale gli fanno, ovviamente dopo aver gustato i suoi piati. Si perché la passione di Benedetto Espedito, porta a che ogni piatto sia una autentica proposizione della cucina nostrana fatta con tanto impegno per rendere felice il cliente. Ed allora i piatti, che chi giunge in questo ristorante per caso o per un passaparola va ad assaporare trovano riscontro, come per quelli da me personalmente gustati, in una eccellente presentazione visiva che mostra i vari ingredienti utilizzati, assemblati in una elegante, piacevole e non aggressivo gioco di colori, che senza stravolgere il piatto (come a volte capita di vedere) ne conserva la sua originalità, con dei profumi e sentori che stimolano il palato a riceverli e che dopo aver conquistato questi tre momenti essenziali trovano il loro trionfo nel gusto e sapori che ogni singolo ingrediente esprime raggiungendo la qualifica di eccellente o almeno di ottimo. Obiettivo del Don Salvatore è come ci dice Benedetto Espedito di “realizzare a Quarto un ristorante diverso dalle varie strutture esistenti. Un punto dove con il nostro impegno di reperire quotidianamente un pescato freschissimo, riusciamo a realizzare piatti non tanto elaborati, ma solo con una lieve rivisitazione. Ovviamente ci rapportiamo al pesce che in base alla stagione ci viene maggiormente fornito dai pescatori, ad esempio in questo periodo, proposta, molto apprezzata e richiesto è un primo piatto di eliconi con genovese di tonno. Tutti i miei piatti, esprimono un successo, perchè quando possiedi prodotti di qualità hai conquistato il primo passo nel costruire un piatto e quindi il mio impegno è dell’unire i vari ingredienti, sempre in base alla stagionalità, per creare un’unione di sapori di una cucina semplice che al cliente deve far rimanere impressa la mia impronta, la mia personalità ed il mio modo di vedere la cucina creando al tempo stesso quell’emozione da me vissuta in cucina. Ho avuto da piccolo, una grande passione per la cucina, poi un mio amico mi portò a lavorare come extra in un ristorante e dalla gavetta fatta come lavapiatti, mi appassionai al mondo delle berrette bianche e volli intraprendere il lavoro in cucina. Da 13 anni faccio questo lavoro ed ho cercato sempre di migliorarmi spostandomi anche fuori regione e collaborando con noti chef come Angelo Fabozzo, secondo dello stellato Bruno Barbieri e nel corso di questa collaborazione ho imparato tanto. Infatti, con un progetto realizzato, abbiamo ottenuto l’assegnazione di un cappello dell’Espresso e di conseguenza l’inserimento nella “Guida de l’Espresso”. Passando al titolare della struttura Paolo Ripa siamo curiosi di conoscere come mai in un periodo critico ha deciso, da ardito, di aprire un ristorante. Con una trasparente cordialità che lo caratterizza, Paolo ci ha detto che: ”dopo un periodo triste di lok down, solitamente c’è sempre una ripresa, ed allora io ho pensato che aprire e realizzare il mio sogno di conduzione di un ristorante tutto mio, potesse essere attuato. Poi dopo solo tre mesi, la situazione Covid 19 è tornata a farsi viva ed ancor più di prima, un certo numero di clienti l’avevamo conquistato, nonostante tante difficoltà anche in questo breve periodo di apertura ed allora occorre continuare a proporsi all’attenzione del pubblico, anche perché come dicono in tanti, pronunciando uno slogan divenuto famoso, “Ce la faremo!”. Questo della ristorazione, poi è un lavoro che a me piace e seguo da generazioni, perché i miei familiari lavoravano in ristoranti, cominciando da mio nonno, per passere a mio padre ed ora a me che sono riuscito a solo 30 anni, con il lavoro svolto in altri ristoranti a dar vita a qualcosa di mio investendo i miei risparmi. Dopo il Diploma conseguito all’ Istituto professionale alberghiero Lucio Petronio a Monterusciello, ho iniziato subito a lavorare spostandomi tra Milano, Genova, Montecarlo, Ginevra, poi ancora ristoranti a Napoli e Campi Flegrei ed accumulando così interessanti esperienze dei lavoro e di vita. Poi ora con questo ristorante intendiamo offrire qualcosa di diverso sul territorio, una cucina diversa da altre, non una cucina gourmet, non una nouvelle cuisine, ma qualcosa di tradizionale, rivisitato e presentato in un certo modo; una cucina gustosa, pulita e leggera che possa differenziarci da altri ristoranti, con piatti accompagnati da vini selezionati. La nostra lista vini possiede una sessantina di etichette bianchi, rosati e rossi. Al cliente cerchiamo di proporre vini del nostro territorio perché avendo la Campania tanti vini prestigiosi Fiano. Greco, Aglianico ed altri, è normale che prioritariamente venga proposto un vino che lega meglio con un piatto nostrano, ma comunque non ci manca la possibilità di alternative che chi siede a tavola potrebbe richiederci. Stessa cosa per Spumanti, Franciacorta e Champagne, come anche per i distillati per i quali abbiamo una vetrina di tutto rispetto per qualità di marche di Grappe, Cognac, Rum, Single Malt ed altro”.    Questo ristorante, che osserva come orari di apertura dalle 12.00 alle 15.00 e dalle 19.00 alle 24.00 (Dpcm Conte e Ordinanze Regionali De Luca permettendo), resta chiuso il martedì per osservare il riposo settimanale e può essere considerato molto valido anche per il rapporto qualità / prezzo che offre 35/40 € a pasto escluso il beverage. Preferibile è prenotare chiamando il numero telefonico 081 1951 1983 oppure 347 6907536.  

Un menù completo può comprendere piatti come quelli degustati:

ENTREE di Benvenuto: Crostino aromatizzato con pesto di cozze. In abbinamento Prosecco D.O.C.G.  Valdobbiadene.

Seguono ANTIPASTI vari, che potrebbero costituire un intero pranzo, ma che per i veri buongustai che ne apprezzano le varie bontà che ogni singolo piatto esprime, con gli autentici sapori a volte divengono un preludio al gustare anche un primo e secondo ed anche a terminare con dolce frutta ed altro, anche perché tutti i piatti sono di una leggerezza unica e di una digeribilità incomparabile ed esclusiva.

1) polpo cotto a bassa temperatura, la sua maionese, scarola liquida cipolla rossa di Tropea, cappero di Pantelleria, ravanello e terra d’olive.

2) Slices di seppia, riso Venere, salsa Guacamole, salsa all’ace e datterino essiccato.

3) mini bun artigianale al sesamo, hamburger di pesce azzurro e friarielli.

4) Mazzancolle, in farina di Panko e salsa barbecue.

 

5) Polpetta di tonno, crema di zucca e cipolla rossa di Tropea caramellata.

6) Parmigiana di Lampuga e salsa alla puttanesca.

7) Baccalà fritto, cipolla rossa di Tropea caramellata e salsa Guacamole.

Passando ai Primi piatti, troviamo: Eliconi del pastificio Cacciapuoti, scampo di Ponza, calamaro e frutti di mare.

Ed ancora come Primo: Eliconi del pastificio Cacciapuoti, Genovese di tonno e basilico fresco nostrano.

Poi il Secondo piatto: una piastrata di Calamaro, Mazzancolle, Sarago pizzuto e Mormora.   

Per Frutta: Composizione di frutta fresca: Ananas, Kiwi e melone gialletto.

E per Dessert: Caprese alle mandorle e Babà napoletano bagnato al Limoncello.

A tutto pasto vino: “Signifer”un D.O.C.G. Fiano di Avellino, prodotto e imbottigliato da Macchie S. Maria - Cantine di Oreste De Santis, di Montemiletto.

Ottima chiusura cena con un Single Malt “Oban” 16 anni invecchiato, accompagnato da scaglie di cioccolato fondente e amaretti artigianali.

Giuseppe De Girolamo

 

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