UNA TASSA SUL CIBO SPAZZATURA? BEN VENGA (E PRESTO) ANCHE IN ITALIA

L’appello viene da Bologna ed è firmato da Fabrizio Malipiero, dietista nutrizionista, cliccatissimo in questi ultimi mesi con il suo www.docfaber.com
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - cibi e bevande) “Una tassa sul cibo spazzatura? Ben venga anche in Italia. E presto”. L’appello viene da Bologna ed è firmato da Fabrizio Malipiero, dietista nutrizionista, cliccatissimo in questi ultimi mesi con il suo www.docfaber.com. Il diet coach emiliano non ha dubbi, anche alla luce di quanto stanno mettendo in atto i cugini francesi che, a giorni, concretizzeranno misure severe per arginare lo junk food. “Non è più solo una guerra dell’amministrazione Obama – ricorda Malipiero citando l’impegno della first lady Michelle – ma un dovere di noi tutti proteggere i nostri giovani da cibi e bevande che minano la loro crescita. Noi italiani non possiamo arrivare per ultimi. E sono stufo di vedere ogni giorno mamme e papà angosciati che mi chiedono aiuto”.
Il 41,9% degli adulti italiani è in eccesso ponderale, il 10,2 per cento in particolare viene classificato come obeso. Chili di troppo che, in Francia (dove la percentuale è simile alla nostra) rappresentano un costo sociale di circa 20,4 miliardi di euro l’anno tra giornate di lavoro perdute, spese assicurative e di malattia, pensioni.
“E non vogliamo partire proprio dai giovani – rincara il nutrizionista emiliano – per arginare questi futuri costi sociali, oggi divenuti insopportabili per le nostre casse?”. Da dove partirebbe? “Dalla tassa evidentemente, un’imposta che non dovrebbe colpire singole sostanze nutritive o alimenti specifici bensì l’intero comparto del cibo spazzatura – continua Malipiero – applicata, contestualmente, a una specifica e capillare campagna di sensibilizzazione che dovrebbe partire nelle scuole e negli istituti di tutti i settori, così come nei luoghi cosiddetti “centri della salute”, dagli studi dei medici della mutua e soprattutto dalle Farmacie”.
Merendine e coca cola in Italia sono ‘arricchite’ da pizza giorno e notte. Come crescono, dalla sua esperienza, i nostri ragazzi? E la colpa è tutta e soltanto di genitori ignoranti?
“No, è colpa anche di molte mense non adeguate e che caricano troppo di alimenti ad alto contenuto calorico in un unico pasto. Si è ancora troppo impostati sulle calorie ed il loro conteggio. Non sono tutte uguali le calorie. Bisogna conoscerle, certo; ma bisogna anche saperle combinare e ben distribuire nella giornata. Capisco che le scuole e le istituzioni debbano fare i conti con le disponibilità economiche, ma penso sempre ad un investimento nella salute ora, piuttosto che a spreco di denaro nel curare dopo”.
In Francia, dove l'imposta sul valore aggiunto è poco usata, i tecnici del ministro dell'Economia e delle Finanze pensano anche a misure compensative per le fasce più deboli della popolazione. E in Italia? “Certo, le imposte alimentari ricadono infatti – conclude Malipiero - più pesantemente sui poveri, che spendono una parte maggiore del loro budget per il cibo. Nulla impedirebbe, anche da noi, di aggiungere a questa misura fiscale necessaria, e sottolineo non più derogabile, un intervento di redistribuzione".
Ufficio Stampa
Fabio Raffaelli
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