Teatro Il Piccolo, Forlì: Teatro delle Albe / Luigi Dadina "Mille anni o giù di lì" Con le immagini di Davide Reviati e la musica di Francesco Giampaoli

Un racconto di immaginazione, amore appunto, curiosità, sofferenza e delirio, un viaggio che scavando nell'intimo dello sguardo, trova sogni e denuncia civile.
Comunicato Precedente

next
Comunicato Successivo

next
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

"Mille anni o giù di lì" : Luigi Dadina, co-fondatore del Teatro delle Albe di Ravenna, incontra il fumettista Davide Reviati e il musicista Francesco Giampaoli. Tutti e tre legati, per storia familiare, all’ANIC, lo storico stabilimento petrolchimico ravennate, quello immortalato da Antonioni in "Deserto Rosso" (1964).

Quel Villaggio Anic di Ravenna, il quartiere popolare voluto da Enrico Mattei per i lavoratori del Petrolchimico, nato nel 1958 e l’infanzia all’ombra del maxi-stabilimento, che dava lavoro ai genitori ma che - come scrive Davide Reviati nel suo Morti di sonno (Coconino Clult Ed.)-

" faceva anche paura: ogni tanto l’allarme per una fuga di gas tossici, ogni tanto il fiume è più nero del solito, qualche volta un padre di famiglia si ammala e muore"...

 E sono proprio l'ANIC, e le persone di tutti i giorni del suo Villaggio, i protagonisti di questa storia, in una scena dove non ci sono colori.

 Il racconto di sei giorni di Agosto 2022, fatto con curioso amore e forte passione civile da Dadina, dai disegni in bianco e nero di Reviati e dai bassi della chitarra di Giampaoli.

 In scena Dadina, seduto dietro a un tavolo, chiuso in una stanza e davanti ad una finestra,  vede un prato, una panchina, i vicini: in una periferia di piccole palazzine, tutte uguali. Il Villaggio ANIC appunto. 

Un racconto di immaginazione, amore appunto, curiosità, sofferenza e delirio, un viaggio che scavando nell'intimo dello sguardo, trova sogni e denuncia civile.

L’ANIC, ormai vuota,  continua a dare al cielo il suo fumo, che ricorda altro fumo, ricordi di mescalina e di viaggi di una generazione segnata dall’eroina.

Il delirio si fa sogno, immagina (o vede?) madri, poetesse zingare, Bronislawa Wajs e Mariella Mehr.

Il suo, come scrive Michele Pascarella introducendo la lettura del suo " Racconti su un attore operaio" (Titivillus Ed., 2017) è un «pedinamento del reale» nella convinzione che «il banale non esiste».

Attraverso immagini apparentemente "banali" e anche se, come alla fine dice "mai mi sono mosso da questa stanza", l’uomo attraversa una dimensione profonda, mosso dalle parole della poesia.

La voce registrata è di Elena Bucci, la drammaturgua di Dadina, Reviati e Laura Gambi.

----------------------------------------------------------------------------------

Teatro delle Albe / Luigi Dadina e Davide Reviati

In scena Luigi Dadina, Francesco Giampaoli
voce Elena Bucci
ideazione Luigi Dadina, Davide Reviati
drammaturgia Luigi Dadina, Davide Reviati, Laura Gambi
immagini e video Davide Reviati
musiche Francesco Giampaoli
regia Luigi Dadina
scene Enrico Isola
luci Luca Pagliano, Marcello Maggiori
coordinamento tecnico Fagio
organizzazione Veronica Gennari
veste grafica Davide Reviati, Riccardo Dadina
produzione Teatro delle Albe | Ravenna Teatro.

Ufficio Stampa