La nuova produzione di ERMIONE al Rossini Opera Festival 2024. Sul podio il maestro Michele Mariotti, regia di Johannes Erath
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Il nero del cielo in tempesta e degli abiti in scena aprono la nuova produzione di ERMIONE al Rossini Opera Festival 2024, alla Vitrifrigo Arena di Pesaro.
Rossini crea e ri-crea sogni, follie e menzogne, in un quadro definito, ma mai chiuso, fatto di spazi delimitati da cornici luminose non disposte in ordine matematico ma in progressione geometrica, così da suggerire profondità di immagini (e di sentimenti), dove appaiono immagini che ricordano i quadri di Virgilio Guidi, ma sempre con grande libertà visiva e di immaginazione per chi osserva.
Una messinscena a cura di Johannes Erath, che crea una ambientazione a volte astratta, a volte violenta, ma sempre e raffinata, con scene di Heike Scheele, costumi di Jorge Jara, video di Bibi Abel e luci di Fabio Antoci.
Il maestro Michele Mariotti dirige l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai ed il Coro del Teatro Ventidio Basso con la straordinaria forza di un grande artista dell'opera, da vero maestro ed accompagnatore di scena e di sentimenti.
.E poi un cast di grandi artisti, dalla protagonista Anastasia Bartoli a Juan Diego Flòrez (Oreste), due grandi voci del panorama internazionale, Victoria Yarovaya (Andromaca), Enea Scala (Pirro) e ancora Antonio Mandrillo, Michael Mofidian, Martiniana Antonie, Paola Leguizamòn e Tianxuefei Sun.
Ermione, una tragedia "nera" che si svolge in un’epoca non ben precisata, ma eterna.
La memoria e il dolore, già all'inizio;
"Troia! Qual fosti un dì!
Di te che resta ancor?
Ahi! Qual balen sparì
il prisco tuo splendor!
Ti oppresse, incenerì
l'Argivo insidiator,
e vil catena... ahimè!
preme ai tuoi figli il piè!"
Dal prezioso Archivio ALBERTO ZEDDA leggiamo, oggi ancora,
"La prima volta che ascoltai Ermione, in una esecuzione concertante all’Accademia Chigiana di Siena nel 1977, ne rimasi sconvolto: non potevo credere che fosse opera dello stesso autore che aveva composto Il Barbiere di Siviglia. Mi colpì il colpo di genio di inserire il lamento corale dei prigionieri troiani nelle prime battute della Sinfonia d’apertura, per affermare subito la cifra cupa e dolente del dramma"
E, ancora, Alberto Zedda:
"M i turbò il primo duetto di Ermione e Pirro, cominciato freddamente col distacco rancoroso di due esseri destinati a non intendersi e progressivamente trasformatosi in palpitante scontro di anime tormentate fino a un finale di straordinaria novità e di incredibile modernità, dove le due voci si inseguono e si accavallano in disperato anelito, mescolando amore e odio con indistinguibile ferocia; mi sorprese l’intelligente nobiltà di un disegno politico di grande respiro dietro il quale Pirro e Oreste tentano di dissimulare l’abiezione di un eros sempre più indissolubilmente legato a thanatos"
"più straziata un'anima
dove si vide ancor"
Alla fine, (Ermione)
"Ah dimmi…
il mio cor… sì, questo core…
non smentiva… anima rea!
ciò che il labbro a te chiedea?
Ne’ suoi palpiti frequenti
non vedesti, non leggesti,
ch’egli ardea d’immenso amor?"
Una tragedia di amori che non si realizzano, perchè nessuno sa amare l'altro ma solo sé stesso: il dramma eterno della solitudine e dell'incomunicabilità
Di nuovo ZEDDA:
"Ermione è un immenso poema d’amore. Ma l’amore che canta Rossini in quest’opera è quello terribile e disperato di una passione che sfugge al controllo della ragione, cancella ogni freno morale, svilisce ogni comportamento nobile e generoso, travolge ogni umano sentire con la forza devastante e incontenibile d’uno tsunami".
Afferma , in una intervista Anastasia Bartoli:
«Credo che Ermione sia l’opera di Rossini più affascinante e intrigante che mi sia capitato di studiare. Quasi futurista. È ricchissima di possibilità a livello vocale e a livello attoriale. Ci vedo molte somiglianze con la Lady del Macbeth verdiano, sia vocalmente che come percorso psicologico del personaggio. Ermione è una donna innamorata e non ricambiata da colui che era già predestinato a prenderla in sposa. Disperazione, frustrazione, vendetta, odio, smarrimento psicologico e conseguente disorientamento mentale sono gli elementi chiave di questa figura femminile mossa da un amore morboso, forse meglio dire più un’ossessione che un vero amore, per Pirro che la annienterà. La scrittura vocale è formidabile, richiede molta duttilità ed elasticità, drammaticità e delicatezza. In purissimo stile Colbran, presenta una tessitura molto grave e con molti salti in acuto, il tutto incoronato da agilità piene di “accento” ed enfasi sanguinaria, manipolatrice, seduttrice, psicopatica. La amo!».
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Rossini Opera Festival 2024
ERMIONE
Azione tragica in due atti su libretto di Andrea Leone Tottola
Musica di Gioachino Rossini
Edizione critica della Fondazione Rossini, a cura di PATRICIA B. BRAUNER e PHILIP GOSSET
Direttore MICHELE MARIOTTI
Regia JOHANNES ERATH
Scene HEIKE SCHEELE
Costumi JORGE JARA
Video BIBI ABEL
Luci FABIO ANTOCI
Interpreti
Ermione ANASTASIA BARTOLI
Andromaca VICTORIA YAROVAYA
Pirro ENEA SCALA
Oreste JUAN DIEGO FLÓREZ
Pilade ANTONIO MANDRILLO
Fenicio MICHAEL MOFIDIAN
Cleone MARTINIANA ANTONIE
Cefisa PAOLA LEGUIZAMÓN
Attalo TIANXUEFEI SUN
CORO DEL TEATRO VENTIDIO BASSO
Maestro del Coro GIOVANNI FARINA
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI
Nuova produzione
Repliche Vitrifrigo Arena, Pesaro, 17 e 20 Agosto 2024