CIP Sardegna: la FINP a Stintino con Freedom in Water, gli Europei DSISO a Olbia

A portare i saluti del CIP Sardegna ci ha pensato il vice presidente vicario Paolo Poddighe: “Ho partecipato con fierezza a questa manifestazione perché da quando è nata ha l’impronta della Sardegna, regione che rispetto alle altre possiede potenzialità diversificate nel poter accogliere un evento di questa portata. Non meno importante il messaggio che Freedom in Water lancia all’esterno a sostegno dell’inclusione totale tra le diverse categorie in gara e credo che i numerosi spettatori presenti
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Cagliari, (informazione.it - comunicati stampa - sport)


FINP SARDEGNA: FREEDOM IN WATER SI CONFERMA MANIFESTAZIONE DI PRIM’ORDINE CON LA SELARGINA FRANCESCA SECCI CAMPIONESSA ITALIANA
 

E’ cambiata la location ma non l’entusiasmo dei partecipanti che a distanza di un anno sono stati dirottati da Cannigione a Stintino. Come dire, cambiando l’ordine delle località lo splendore naturalistico non cambia.

Nel triangolo di gara dell’edizione n. 6 di Freedom in Water si sono ritrovati assieme nuotatori olimpici e paralimpici, un segno distintivo di questa manifestazione voluta dall’attuale delegato FINP Sardegna Danilo Russu (vedere intervista in basso) e che si svolge ininterrottamente dal 2014.

L’unica nota storta è che il grecale non ha dato tregua ai nuotatori, ma chi si cimenta sulle acque libere sa a cosa si può andare incontro. Nonostante la concomitanza dei mondiali, a Stintino si è riversato un numero importante di atleti paralimpici: ben 20. E tutti hanno sfidato le condizioni climatiche avverse per portare a termine il loro compito.

E non sono mancati i risultati eclatanti degli atleti sardi con Francesca Secci (SA.Spo. Cagliari) che raccoglie il quinto titolo italiano nella categoria S7 - S10 donne. Nella competizione maschile ottimo terzo posto per il consigliere della giunta CIP Sardegna Nicola Azara (Progetto AlbatroSS).

“Personalmente sono contenta perché ho realizzato anche un ottimo tempo – confessa Francesca - questo grazie anche alle buone condizioni climatiche degli scorsi mesi che mi hanno consentito di allenarmi con maggiore frequenza. Abbiamo dovuto sopportare un bel venticello, che fortunatamente ha costretto al ritiro solo un’atleta paralimpica. Si è evitato il peggio perché una parte del percorso era molto vicina all’ Isola Piana e lì ci sentivamo protetti, ma poco prima dell’ultima boa ci siamo ritrovati molto esposti alle correnti e quindi era particolarmente faticoso con le onde che ci impedivano di vedere l’arrivo. Nonostante tutto il percorso di Stintino mi è piaciuto molto anche perché nella virata di boa si sono evitati spiacevoli scontri”.

A portare i saluti del CIP Sardegna ci ha pensato il vice presidente vicario Paolo Poddighe: “Ho partecipato con fierezza a questa manifestazione perché da quando è nata ha l’impronta della Sardegna, regione che rispetto alle altre possiede potenzialità diversificate nel poter accogliere un evento di questa portata. Non meno importante il messaggio che Freedom in Water lancia all’esterno a sostegno dell’inclusione totale tra le diverse categorie in gara e credo che i numerosi spettatori presenti l’abbiano recepito”.

DANILO RUSSU CREDE NELLA CRESCITA DEL MOVIMENTO

Dal 2014 ricopre il ruolo di delegato regionale FINP. La passione “politica” di Danilo Russu è nata durante la prima edizione del campionato Italiano Paralimpico in acque libere. Ex Atleta della Sport Full Time Sassari, società che ha contribuito alla crescita del movimento isolano. Per essere particolarmente avvezzo alla materia ha fatto veramente di tutto: istruttore, coordinatore, allenatore, dirigente, gestore di piscina. Una crescita graduale che tende a non fermarsi.

Il tuo personalissimo bilancio di Freedom in Water?

I feedback sono positivi da parte di tutti anche perché la manifestazione è volutamente organizzata per far concorrere assieme paralimpici e non. L’idea va oltre il concetto dell’inclusione perché sotto il profilo agonistico molti atleti hanno il doppio tesseramento FINP e FIN.

Cosa mediti per la prossima volta?

Stiamo già studiando il sistema per portare più atleti nell’edizione del 2020 e fare il possibile affinché partecipino anche i più forti. L’ideale sarebbe organizzare la manifestazione subito dopo le Paralimpiadi di Tokio.

Non vi spaventa il duro lavoro organizzativo?

Beh, ormai sappiamo cosa ci aspetta. Le gare in acque libere richiedono un gran lavoro nell’allestimento dell’area da competizione. E poi c’è da strutturare il campo, l’arrivo, il servizio di ristoro per gli atleti. A cui si aggiungono autorizzazioni varie, il coinvolgimento di giudici e cronometristi e servizi di assistenza.

E’ filato tutto liscio anche sotto il profilo della sicurezza?

Si e sono contento di questo. La garanzia in acqua è stata assicurata, gli atleti erano sempre coperti da imbarcazioni e da canoe.

Come mai vi siete trasferiti a Stintino?

Dopo cinque anni ad Arzachena ci andava bene spostarci per provare nuove location. La finalità della manifestazione è “provocatoria”: vogliamo migliorare il turismo accessibile e quindi fare in modo che le strutture ospitanti facciano un’autocritica e investano per dotare le camere di tutti i necessari requisiti per accogliere le persone con disabilità. Lo stesso discorso va applicato alle spiagge.

Coinvolgere una determinata municipalità, vuole essere anche un motivo di spinta per incentivare la costruzione di strutture sportive accessibili.

Cosa bolle in pentola nelle stanze della FINP Sardegna?

Dal 3 al 6 ottobre a Cagliari si terrà un corso per istruttori paralimpici che seguirà quelli già organizzati a Sassari e Oristano. Inoltre ci sono buone possibilità che sorgano nuove società; questo è importante per l’incremento dei numeri di atleti che si unirebbero a quelli delle società esistenti: Progetto AlbatroSS (Sassari), Promogest (Quartu S. Elena) e Sa.Spo. (Cagliari).

La speranza è, inoltre, di avere all’interno delle scuole nuoto FIN anche istruttori FINP che possano garantire questo tipo di servizio.

Altri obiettivi?

Quello di creare un settore giovanile. Coinvolgere leve fresche in piscina non è semplice. Ma con la formazione di nuovi istruttori le cose dovrebbero migliorare, l’importante è proporsi sul territorio in modo che amministrazioni e cittadini sappiano che possono beneficiare di questa attività, praticabili da tutti i tipi di disabilità.

Un desiderio da esternare?

Mi piacerebbe che in ogni piscina sarda ci fosse un istruttore paralimpico della FINP e che almeno una piscina per territorio possa ospitare un atleta agonista. Considerando che in Sardegna sono attive quaranta piscine, i numeri diventerebbero interessanti. 

Concludendo?

Faccio i complimenti alla FINP nazionale perché è arrivata prima nel medagliere dei mondiali e il messaggio che lancia con questo primato, oltre ad essere bellissimo, ha tanti significati perché dietro c’è un lavoro tecnico e politico importante.

 

CAMPIONATI EUROPEI DSISO
OLBIA SI CONFERMA CITTA’ AMICA DEL PARALIMPISMO

La piscina olimpionica del Geovillage di Olbia ospita fino a domenica 22 settembre 2019 i campionati europei DSISO (Down Syndrome International Swimming Organization) di nuoto e nuoto sincronizzato riservati ad atleti con sindrome di Down. Un gran vanto per la città gallurese e per la Sardegna intera. E anche per la FISDIR sarda, coordinata da Carmen Mura, che è stata chiamata a fare da collante con la federazione nazionale per la buona riuscita dell’evento.

Sono arrivate nell’isola ben 18 nazioni rappresentate da 450 persone di cui circa 200 gli atleti. Alla giornata inaugurale ha partecipato anche il presidente nazionale FISDIR Marco Borzacchini e in rappresentanza del CIP Sardegna il vice presidente vicario Paolo Poddighe: “

“Olbia e il Geovillage continuano ad essere un punto di riferimento per eventi internazionali – ha detto Poddighe -e il grande connubio turismo/sport da queste parti funziona a meraviglia. Con tali eventi la Sardegna fa vedere alle altre nazioni di che cosa è capace e quali sono le dotazioni sportive in suo possesso”. Insomma, il paralimpismo, ad Olbia, ha trovato un ottimo punto di riferimento.

E la rappresentativa italiana dimostra di essere a proprio agio grazie ad una autentica vendemmia di medaglie che inorgoglisce tutto il movimento.

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