Rof 2024. Il Barbiere di Siviglia. Produzione 2018, riallestimento, regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi
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Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, l’opera buffa universalmente nota e con un percorso di decenni tra interpretazioni, visioni e suggestioni, dalla danza al cinema, torna al Rossini Opera Festival 2024 con la regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi e con il maestro Lorenzo Passerini alla guida dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini e del Coro Ventidio Basso. alla Vitrifrigo Arena, con repliche il 18 e il 22 Agosto 2024, ore 20,00.
L'opera applaudita al ROF nel 2018 e ripresa anche nell’edizione autunnale del 2020 nel suo nuovo allestimento . Lo spettacolo, ideato da Pier Luigi Pizzi, è diretto da Lorenzo Passerini,
Almaviva, ossia L’Inutile precauzione, in seguito chiamata Il barbiere di Siviglia, melodramma buffo in due atti su libretto di Cesare Sterbini, fu rappresentata per la prima volta al Teatro Argentina di Roma il 20 febbraio 1816. Interpreti della prima rappresentazione: Emanuele Garcia (Almaviva), Bartolomeo Botticelli (Bartolo), Geltrude Righetti-Giorgi (Rosina), Luigi Zamboni (Figaro), Zenobio Vitarelli (Basilio), Elisabetta Loiselet (Berta), Paolo Biagelli (Fiorello).
Il soggetto è tratto dal celebre Le barbier de Seville ou La précaution inutile di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (1775).
Quello che ancora stupisce di quest’opera e che ci spinge ad ascoltarla senza mai annoiarci, è la sua nascita e la sua collocazione in un momento storico-culturale casuale e come abbia saputo attraversare la storia per diventare uno dei primi capolavori entrati in un repertorio eseguito poi in tutto il mondo. Tutto questo certo per la forza che sprigiona, per la sua facile e franca spontaneità di vena, della più pura sincerità di sentimento, di ispirazione, nonché fedele interpretazione dell’anima nazionale italiana, ma anche per quanto essa sa sempre suggerire a ciascuno di noi..
’opera si fonda soprattutto sull’intelligenza, sull’eleganza e su di una qualità musicale che ben pochi titoli eguagliano. Nel “Barbiere” hanno grande importanza, quali parti del corpo vivo dell’azione teatrale e musicale, i recitativi, che si tende a considerare materia secondaria, ma che in realtà non sono soltanto la transizione tra due numeri cantati o un’introduzione, ma piuttosto dei veri dialoghi di commedia, che esigono un’enunciazione chiara, di cui ogni sillaba deve essere comprensibile (vocali e consonanti con pari importanza), poiché è nel senso del discorso e non nelle gag (peraltro irrinunciabili) che nasce la comicità di questa commedia in musica. Quale lavoro rossiniano più rappresentato in assoluto, ha subito anche la triste sorte di essere stato il più rimaneggiato e danneggiato da una prassi che non si è mai curata di ricercarne le qualità autentiche, questo fino alla fondamentale edizione critica di Alberto Zedda, che ha restaurato la partitura depurandola da imprecisioni, errori, licenze e manomissioni, affermando un principio presto diventato un imperativo per lo studio e per l’interpretazione non del solo Rossini, vale a dire il rifiuto dell’inautentico, dell’arbitrario, dell’approssimativo.
La regia di Pier Luigi Pizzi, la stessa che nel 2018 siglava una rappresentazione memorabile, lavora nel senso del solco tracciato da Zedda e rifugge da qualsiasi tono buffonesco, conferendo personalità ai caratteri; dovrebbe lavorare in questo senso anche il direttore Lorenzo Passerini, per quanto riguarda la materia specificamente musicale: per ogni singola situazione, per ogni aria anche l’orchestra dovrebbe trovare un particolare suono, quello giusto. Il podio potrebbe incontrare meglio i cantanti, oltre a farne guadagnare il suono orchestrale in colori e sfumature, staccando un ritmo meno sostenuto; una scansione veloce come quella impostata da Passerini costituisce da subito una pesante ipoteca sulle possibilità di introdurre quelle variazioni nell’agogica che vivacizzano l’esecuzione e consentono di evitare appiattimenti nell’espressività.
Lorenzo Passerini, infatti, dirige l’Orchestra Sinfonica G. Rossini in un’esecuzione scrupolosa che mette in evidenza la cura per i dettagli: ora un leggero risalto alla robusta linea della viola, ora lo straniante effetto dato dal suono teso di un roboante violoncello a suggerire la tempesta del secondo atto.
Nella compagnia di canto, Maria Kataeva (Rosina), Andrzej Filonczyk (Figaro), Jack Swanson (Conte d’Almaviva), Carlo Lepore (Don Bartolo), Michele Pertusi (Don Basilio), Patrizia Biccirè (Berta), William Corrò (Fiorello/Uficiale).
Il ruolo del titolo è affidato ad Andrzej Filonczyk, che affronta la parte con irruenza ed energia (anche fisica, con una specie di strip-tease iniziale!), Bene l’Almaviva di Jack Swanson, una voce tenorile molto espressiva. Al solito, prova eccellente quella del Bartolo di Carlo Lepore,, mentre Michele Pertusi si conferma nel ruolo di Basilio.
Patrizia Biccirè (Berta), William Corrò (Fiorello e Ufficiale) mostrano buona presenza in scena e voce robusta.
L BARBIERE DI SIVIGLIA
Commedia in due atti di Cesare Sterbini
Musica di Gioachino Rossini
Edizione critica Fondazione Rossini/Casa Ricordi, a cura di ALBERTO ZEDDA
Direttore LORENZO PASSERINI
Regia, scene e costumi PIER LUIGI PIZZI
Regista collaboratore e luci MASSIMO GASPARON
Interpreti
Il Conte d’Almaviva JACK SWANSON
Bartolo CARLO LEPORE
Rosina MARIA KATAEVA
Figaro ANDRZEJ FILONCZYK
Don Basilio MICHELE PERTUSI
Berta PATRIZIA BICCIRÈ
Fiorello / Ufficiale WILLIAM CORRÒ
CORO DEL TEATRO VENTIDIO BASSO
Maestro del Coro GIOVANNI FARINA
ORCHESTRA SINFONICA G. ROSSINI
Produzione 2018, riallestimento.
Repliche domenica 18 e giovedì 22 Agosto, ore 20,00