Tim sotto il controllo di Poste, e quindi di nuovo italiana, è un primo segnale di una nuova era, rilevante per il nostro mercato e il Paese. Dopo la prima fase di ingresso di Poste Italiane nel capitale di TIM e la conferma dell’interesse di Vivendi di ridurre significativamente la propria quota azionaria, il 29 marzo 2025 è stata annunciata l’acquisizione da Vivendi di azioni ordinarie di Telecom Italia S.p.
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Approfondimenti:
Il panorama delle telecomunicazioni italiane si appresta a vivere un nuovo capitolo storico con l'offerta formalizzata da Poste Italiane per acquisire una partecipazione significativa in Telecom Italia. Il colosso postale guidato da Matteo Del Fante ha messo sul tavolo 658 milioni di euro per rilevare il 15% del pacchetto azionario attualmente in mano a Vivendi, valorizzando ciascuna azione a 0,2975 euro.
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Poste riporta in Italia il controllo di Tim. Nel breve volgere di un mese si è chiuso il cerchio di una contesta che si trascinava da anni. L'accordo stretto con Vivendi permette al gruppo guidato da Matteo Del Fante di rilevare il 15% di Tim, diventando primo azionista a ridosso del 25%. Come anticipato da Il Giornale lo scorso 21 marzo, il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré ha proceduto in tempi rapidi alla cessione a rate di quasi l'intera quota detenuta in Tim.
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La domanda che corre sul mercato è se la presa di controllo di Tim da parte di Poste, può essere un passo verso il consolidamento del mercato e la fine della “guerra dei prezzi”. La ricorsa al ribasso dei listini degli operatori telefonici, ha portato in Italia il costo di 1 Giga di dati mobili a nove centesimi. Negli Stati Uniti il costo medio è di 6 dollari, in Giappone di 3,48 dollari, in Germania di 2,14 dollari.
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