Petrolio in rialzo su escalation in Medio Oriente

- Il prezzo del petrolio continua a salire, rafforzandosi sull'escalation delle tensioni in Medio Oriente, dove si attende un blitz di Israele in Iran, dopo l'attacco missilistico perpetrato da Teheran due giorni fa su Tel Aviv e Gerusalemme. Le milizie israeliane stanno mettendo a punto gli obiettivi sensibili, anche se la Casa Bianca ha chiarito che non supporterà alcun attacco su obiettivi nucleari. Frattanto, il prezzo del Brent del Mare del Nord guadagna poco meno del 2% a 75,34 dollari al barile, mentre il WTI (light crude statunitense) segna un progresso più ampio del 2,12% a 71,58 dollari al barile.

In ribasso l'azionario europeo, con Milano che vede un andamento positivo per TIM e negativo per Stellantis. Le principali Borse europee, infatti, registrano una giornata negativa, con il tema dominante legato ai rischi di un'escalation del conflitto in Medio Oriente che potrebbe avere ripercussioni sulla geografia geopolitica e, soprattutto, sul rialzo del prezzo del petrolio con effetti finali sull'inflazione.

Le Borse europee hanno aperto la giornata in calo, seguendo la debolezza di Hong Kong, che ha perso terreno colpita dai realizzi dopo il recente rally, mentre Tokyo è salita dell'1,97% grazie alla debolezza dello yen, in seguito alle inattese parole del premier sui tassi. Milano cede lo 0,5% nel Ftse Mib, Parigi lo 0,72%, Francoforte lo 0,5%, Amsterdam lo 0,4%, mentre Madrid è piatta e Londra si conferma in controtendenza con un +0,3%.

L'Europa segue quindi la debolezza di Hong Kong, che ha perso terreno colpita dai realizzi dopo il recente rally, mentre Tokyo è salita dell'1,97% con la debolezza dello yen dopo le inattese parole del premier sui tassi. A pesare ulteriormente sui listini ci sono poi i vari indici Pmi servizi: quello dell’Eurozona è sceso a settembre a 51,4 contro i 52,9 punti di agosto, mentre quello dell’Italia è calato a 50,5 punti dai 51,4 di agosto.

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