Riforma della tassa di soggiorno, Federalberghi e Confindustria Alberghi esprimono preoccupazioni

- La recente proposta di riforma della tassa di soggiorno ha suscitato un acceso dibattito tra le principali associazioni di categoria del settore alberghiero. Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel hanno espresso preoccupazioni riguardo alle modifiche previste, sottolineando la necessità di destinare i fondi raccolti esclusivamente al settore turistico.

Durante un incontro con il Ministero del Turismo e il Ministero dell'Economia e delle Finanze, le associazioni hanno ribadito la loro contrarietà a ulteriori aumenti dell'imposta. Attualmente, solo 1.200 dei quasi 8.000 comuni italiani applicano la tassa di soggiorno, generando un gettito di circa 700 milioni di euro all'anno. Le associazioni chiedono che questi fondi siano utilizzati per migliorare le infrastrutture turistiche e sostenere le strutture ricettive, piuttosto che per finanziare servizi pubblici locali o la raccolta e smaltimento dei rifiuti.

La proposta di riforma prevede una revisione delle tariffe, rendendole proporzionali al costo della stanza e applicabili per persona. Inoltre, si intende estendere la tassa anche ai visitatori senza pernottamento, trasformandola in una tassa di scopo con fondi destinati al settore turistico, al decoro urbano e alla sicurezza. Tuttavia, le associazioni di categoria temono che queste modifiche possano aumentare la pressione fiscale su famiglie e imprese, già provate dalla crisi economica.

Federalberghi ha sottolineato l'importanza di semplificare le procedure amministrative legate alla tassa di soggiorno, al fine di ridurre il carico burocratico per gli albergatori. Inoltre, ha ribadito la necessità di vincolare la destinazione del gettito al finanziamento di interventi in materia di turismo, evitando che i fondi vengano dirottati verso altri settori.

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