Nato e Cina, tensioni in crescita: il vertice di Washington si conclude con un duro avvertimento

Il segretario generale uscente della Nato, Jens Stoltenberg, ha concluso il summit dell'Alleanza a Washington con una dichiarazione che ha rivelato una crescente tensione tra la Nato, la Cina e la Russia. Ha sottolineato come i regimi autoritari stiano diventando sempre più autoritari e come la Cina si stia avvicinando sempre di più alla Nato, sia in Europa che in Africa.

Il vertice di Washington ha segnato un salto di qualità nel sostegno all'Ucraina, che è stata aggredita. L'Alleanza si è impegnata su un pacchetto di 40 miliardi di dollari in aiuti. Il presidente americano Joe Biden ha messo sul piatto un nuovo tesoretto, 225 milioni di dollari, per rifornire Volodymyr Zelensky di armi e munizioni: una batteria antiaerea Patriot, missili Stinger, proiettili per artiglieria ad alta mobilità come l'Himars.

Il vertice Nato di Washington si è concluso con uno scontro aperto con la Cina. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha definito la Nato un "residuo della guerra fredda", le cui "ansie di sicurezza" mettono "in serio pericolo il mondo". Ha bollato come "calunnie" l'accusa di essere "decisiva facilitatrice" della guerra della Russia in Ucraina.

Il comunicato finale del summit Nato è stato negoziato a lungo, il risultato è un documento più duro rispetto alle posizioni iniziali. La Russia rimane in testa alla lista dei cattivissimi, ma la tensione con la Cina continua ad aumentare. Pechino è definita come “abilitatore decisivo” per la guerra condotta da Mosca in Ucraina.

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