Tensioni geopolitiche tra Nato, Cina e Russia: un'analisi

L'escalation verbale tra la Nato e la Cina ha raggiunto un nuovo picco. Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha sottolineato che le differenze di sistema politico e di valori non dovrebbero diventare un pretesto per sfidare il suo Paese. Questa dichiarazione arriva dopo che i leader dei 32 Paesi dell'Alleanza atlantica hanno accusato per la prima volta Xi Jinping e il suo apparato militar-industriale di sostenere la Russia nella guerra d'invasione in Ucraina.

La Cina sta affrontando alcune difficoltà che potrebbero trasformarsi in rischi nel breve periodo e compromettere la realizzazione del "Sogno Cinese". Questo sogno, secondo il Presidente Xi Jinping, dovrebbe restituire alla Cina il suo posto al centro del mondo, ovvero di leadership globale, entro il 2049, a 100 anni dalla fondazione della Repubblica popolare. Attualmente, i meccanismi di sviluppo economico cinese sembrano inceppati; la Nuova Via della seta è in crisi e l'immagine internazionale della Cina si è appannata.

L'ultimo meeting dell'Alleanza Atlantica tenutosi a Washington per celebrare i 75 anni della NATO ha rafforzato l'unità dei Paesi occidentali, trascinandoli verso un futuro di guerra contro Russia e Cina, sempre più proiettate a sostituire la declinante potenza dell'Impero Usa. Tuttavia, non tutti ritengono intelligente entrare in mezzo a conflittualità che non dovrebbero interessare direttamente l'Europa e molti membri fondamentali della Nato.

Nel suo testamento alla Nato, il segretario uscente Jens Stoltenberg sembra invitare l'Alleanza a impegnarsi nel contrastare l'ascesa di Pechino e la sua influenza. Tuttavia, una presenza della Nato in Asia potrebbe causare più danni che benefici. Gli americani ne sono consapevoli e molti ritengono che l'Alleanza non dovrebbe intervenire in conflitti che non riguardano direttamente l'Europa.

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