Raid israeliano su Khan Younis: 71 vittime e colpiti i capi di Hamas

In un recente raid aereo su Khan Younis, una città nel sud della Striscia di Gaza, sono state registrate 71 vittime. L'operazione militare israeliana ha avuto come obiettivo specifico i capi di Hamas, il movimento di resistenza islamico.

Il raid ha preso di mira Mohammed Dief, leader delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Dief è noto per aver progettato l'eccidio del 7 ottobre nel Sud di Israele, un evento che ha segnato una svolta significativa nel conflitto. Insieme a lui, è stato colpito anche Rafa’a Salameh, considerato il suo braccio destro. Entrambi erano rintanati in una zona umanitaria, a poca distanza dalle tende dei civili palestinesi sfollati.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha tenuto una conferenza stampa presso il ministero della Difesa, la prima dal marzo scorso. Durante l'intervento, ha confermato di aver autorizzato l'attacco dopo aver accertato l'assenza di ostaggi nella zona e aver ricevuto informazioni adeguate sui possibili danni collaterali e sul tipo di munizioni che sarebbero state utilizzate.

Nonostante l'annuncio del presidente Usa Joe Biden di un possibile accordo per il cessate il fuoco a Gaza, la situazione rimane tesa. L'intesa sulla tregua non sembra vicina e i contorni dell'accordo quadro dato dal capo della Casa Bianca come accolto dalle due parti sono sempre più sfumati. Tuttavia, il negoziato si regge ancora in piedi, alimentando la speranza di una possibile risoluzione del conflitto.

Netanyahu ha promesso di eliminare la leadership di Hamas, in un modo o nell'altro. Questa dichiarazione ha riacceso le tensioni nella regione, alimentando ulteriori dubbi sulla possibilità di raggiungere una tregua duratura. La situazione rimane in costante aggiornamento, con la comunità internazionale in attesa di sviluppi.

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