Sicilia affronta la peggiore crisi idrica degli ultimi cinquant'anni

La Sicilia sta vivendo un'estate di grande sete. La mancanza di piogge, il caldo torrido e decenni di inefficienze hanno portato a una crisi idrica senza precedenti. Questa situazione ha causato una serie di problemi, tra cui la riduzione dei laghi a pozzanghere, la necessità per i cittadini di rifornirsi d'acqua dalle autobotti private e la perdita fino al 75% in agricoltura.

Circa 2 milioni di persone sono costrette a fare i conti con i razionamenti. Il 20% dei bacini è a secco e gli allevatori non hanno altra scelta se non quella di macellare il bestiame. Questa situazione è alimentata non solo dalla mancanza di piogge, che sono così scarse da non registrarsi dal 2002, ma anche da decenni di inefficienze, reti colabrodo mai riparate e sprechi atavici.

Per consentire un maggiore risparmio della risorsa idrica a Palermo, è stata proposta una ulteriore minima riduzione della pressione dell'acqua. Questo piano si adatterà alla capacità di distribuzione della rete in città, con l'ipotesi eventuale di avviare, a partire da lunedì 5 agosto, una seconda fase sperimentale con la riduzione oraria in alcuni quartieri. Sarà sempre preservata la zona centrale della città, dove sono presenti ospedali, caserme, uffici pubblici civili e militari, case di cura e strutture ricettive.

Nonostante lo Stato abbia stanziato 1,2 miliardi di euro per combattere la siccità, solo il 30% di questi fondi sembra essere stato utilizzato. Il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha denunciato questa inefficienza, sottolineando l'urgenza di interventi concreti per utilizzare i fondi rimanenti entro il 2026.

Il Movimento 5 Stelle ha criticato duramente la gestione della crisi da parte del centrodestra. Secondo il referente regionale per la Sicilia del M5S, Nuccio Di Paola, e il capogruppo Cinquestelle all'Ars, Antonio De Luca, la crisi idrica e i rifiuti stanno mettendo in ginocchio tutta l'isola e la sanità è in agonia. Hanno paragonato il centrodestra ad Attila, sostenendo che dove governa non cresce più nulla.

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