Condanne di Hunter Biden e Donald Trump influenzano la campagna elettorale

La recente condanna di Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, e quella dell'ex presidente Donald Trump, hanno avuto un impatto significativo sulla campagna elettorale.

Hunter Biden è stato condannato per non aver rivelato la sua tossicodipendenza mentre cercava di acquistare una pistola. Nonostante la legge proibisca la detenzione di armi da fuoco a chi fa uso di droghe, l'arma è rimasta in suo possesso per sei mesi. D'altra parte, Donald Trump è stato condannato per aver falsificato i documenti della sua organizzazione e per aver coperto un pagamento in nero a un'ex pornostar con cui avrebbe avuto una relazione che voleva mantenere segreta prima della campagna elettorale del 2016.

La condanna di Hunter Biden ha avuto un effetto sorprendente sulla campagna elettorale. Secondo un commento della campagna elettorale di Donald Trump, il processo contro Hunter Biden è stato visto come una distrazione dai veri reati della famiglia Biden, che avrebbe accumulato decine di milioni di dollari da Cina, Russia e Ucraina. Tuttavia, la nota continua affermando che il "regno" di Biden sul suo "impero criminale di famiglia" finirà il giorno delle elezioni, il 5 novembre, e che non ci sarà mai più un Biden che venderà l'accesso al governo per profitto personale.

In risposta alla condanna di suo figlio, il presidente Joe Biden ha assicurato che non commuterà la pena di Hunter. Durante una conferenza stampa a margine del G7 in Puglia, ha risposto alla domanda di un giornalista, affermando che non grazierebbe suo figlio, dichiarato colpevole di detenzione illegale di un'arma da fuoco nel 2018 nonostante la sua dipendenza dalle droghe. "Non lo grazierei", ha assicurato il presidente statunitense.

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