L'espansione del liceo Made in Italy: un'analisi regionale

Il nuovo liceo del "Made in Italy", voluto dal governo Meloni, ha trovato adesioni in diverse regioni italiane, nonostante un inizio incerto. Tre scuole del Piemonte, il Cobianchi di Verbania, l'istituto Don Bosco di Borgomanero e il Soleri-Bertoni di Saluzzo, hanno deciso di aderire alla sperimentazione. Tuttavia, il nuovo percorso non ha trovato adesioni in tutto il Torinese, né nelle province di Asti, Alessandria, Biella e Novara.

Anche la Lombardia si sta preparando per l'attivazione del nuovo Liceo del Made in Italy. Tre istituti hanno fatto richiesta per la sperimentazione che dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico: l'istituto superiore "Belotti" e il Centro studi "Leonardo Da Vinci" di Bergamo, l'Isis "Oberdan" di Treviglio. Queste scuole vedono la sperimentazione del Made in Italy come una sfida meno impegnativa, dato che il nuovo liceo è stato pensato a livello ministeriale sulla scia di quello economico sociale (Les), una realtà liceale presente da tempo in tutti e tre gli istituti.

In Veneto, la risposta è stata più tiepida. Solo tre istituti hanno aderito alla sperimentazione lanciata dal Ministero: due licei statali, il "Carlo Montanari" di Verona città e il "Giovanni Cotta" di Legnago, e il liceo paritario delle Scienze umane ad opzione economico-sociale "Brandolini Rota" di Oderzo. Questa scarsa adesione può essere vista come una sconfitta per l'iniziativa del governo.

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