Khamenei guida la preghiera per Nasrallah

- A Teheran, migliaia di iraniani si sono radunati alla moschea Imam Khomeini Grand Mosalla per commemorare la morte del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah. In questa occasione, l'ayatollah Ali Khamenei, per la prima volta in cinque anni, ha guidato i sermoni durante le preghiere del venerdì, un evento che ha attirato l'attenzione di molti, non solo per la presenza del leader spirituale, ma anche per il contesto politico e militare in cui si è svolto.

Khamenei, inquadrato dalle telecamere con al fianco un fucile, ha sottolineato l'importanza dell'unità tra i musulmani, denunciando le politiche divisive adottate dai nemici dell'Iran. "Le politiche adottate dal nostro nemico sono quelle di seminare i semi della divisione e della sedizione, di creare una spaccatura tra tutti i musulmani", ha dichiarato l'ayatollah, ribadendo la necessità di mantenere la coesione interna di fronte alle minacce esterne.

Il discorso di Khamenei ha fatto riferimento anche all'attacco missilistico lanciato contro Israele il 7 ottobre, definendolo un'azione legittima e legale. "Il brillante lavoro delle nostre forze armate di qualche notte fa è stato del tutto legale e legittimo", ha affermato, sottolineando che l'Iran non esita né si precipita a fare il proprio dovere. Questo attacco, che ha visto l'eliminazione di Nasrallah da parte delle Forze di difesa israeliane a Beirut, ha ulteriormente esacerbato le tensioni nella regione, già provata da anni di conflitti e rivalità.

La scelta di Khamenei di tornare a guidare le preghiere del venerdì dopo quasi cinque anni, l'ultima volta risalente al gennaio 2020, quando l'Iran aveva risposto con un attacco missilistico contro una base dell'esercito statunitense in Iraq, testimonia l'importanza e la gravità del momento. Allora, l'attacco era stato una risposta all'uccisione del comandante delle Guardie Rivoluzionarie Qassem Soleimani, un evento che aveva scatenato una serie di reazioni a catena nella regione.

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