“La Repubblica è una”: La Consulta fa a pezzi la secessione dei ricchi

“La Repubblica è una”: La Consulta fa a pezzi la secessione dei ricchi
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Fatto Quotidiano INTERNO

La Corte costituzionale ha bocciato pezzi fondamentali della legge sull’Autonomia differenziata, come le norme sui livelli essenziali dei servizi e il Parlamento dovrà riscriverle seguendo le indicazioni dei giudici a cui si erano rivolti le regioni Toscana, Campania, Puglia e Sardegna. Ritenuta “non fondata”, invece, la questione di costituzionalità dell’intera legge. La sentenza demolisce, di … (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

La Corte costituzionale ritiene non fondata la questione di costituzionalità della legge Calderoli sull'autonomia differenziata, ma accoglie alcune specifiche questioni contenute nei ricorsi delle Regioni tra cui, in particolare, in quello della Puglia (La Gazzetta del Mezzogiorno)

A presentare ricorso erano state le Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania; la presidenza del Consiglio aveva difeso la legge, insieme con atti specifici delle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto. (Corriere della Sera)

Si dividono a metà le reazioni politiche alla decisione della Corte costituzionale che ha svuotato la riforma del ministro leghista Roberto Calderoli sull’autonomia differenziata, rigettando la tesi dell’incostituzionalità dell’intera legge ma bocciando sette punti centrali, a partire dalla possibilità di devolvere alle Regioni intere materie ora di competenza esclusiva o concorrente dello Stato. (Il Fatto Quotidiano)

Autonomia, sette no dalla Corte Costituzionale: «La legge va corretta». Materie e Lep tra i nodi

Insieme a quelli introdotti successivamente, come l’equilibrio di bilancio. Al centro della decisione della Consulta c’è lo Stato nella forma e nelle funzioni previste dalla Costituzione del 1948, con i suoi principi guida: l’unità della Repubblica, la solidarietà e — soprattutto — l’eguaglianza dei cittadini e la garanzia dei loro diritti. (Corriere della Sera)

E’ quanto dichiara Eugenio Giani appena appresa la nota stampa sulle questioni di costituzionalità della legge sull’autonomia differenziata. La Corte costituzionale ha ritenuto "non fondata" la questione di costituzionalità dell'intera legge sull'autonomia differenziata, considerando invece "illegittime specifiche disposizioni" dello stesso testo legislativo “Siamo naturalmente in attesa della sentenza ma quello che emerge è che il modello di regionalismo differenziato dell’articolo 116 terzo comma della Costituzione non è quello che veniva seguito dalla legge 86 del 2024: come da noi sostenuto nel ricorso queste condizioni particolari di autonomia debbono riguardare solamente materie di specifica caratterizzazione di quella determinata Regione, non tutte le materie come alcune Regioni e anche legge 86 volevano. (LA NAZIONE)

La Consulta non dichiara incostituzionale la legge sull’Autonomia differenziata ma di fatto la smonta, individuando sette punti della norma che presentano profili di illegittimità: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi. (ilmessaggero.it)