Il populismo è servito: il governo si rimangia l’aumento degli stipendi dei ministri
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Alla fine ha vinto il populismo, il formato Movimento 5 Stelle. Un’uscita acchiappa-applausi, nadir del buonsenso ma che almeno ti permette di fare una bella figura dopo qualche polemica chiaramente strumentale, anche perchè innescata dall’opposizione. Ebbene sì, l’emendamento presentato nella manovra che prevedeva l’aumento dello stipendio per i ministri non parlamentari verrà probabilmente ritirato. (Nicola Porro)
Se ne è parlato anche su altri giornali
La novità arriva al termine di una lunga mediazione dopo che sul tentativo del Governo, attraverso i relatori alla legge di bilancio , di allineare le buste paga di tutti i componenti del Governo a quelle dei parlamentari era piombata lunedì sera la tegola lanciata dal ministro della Difesa Guido Crosetto. (Il Sole 24 ORE)
«È la cosa giusta? – si chiede retoricamente Crosetto sul social X all’ora di… ROMA. (La Stampa)
Introduzione La Manovra arriva in Aula mercoledì, per porre la fiducia e andare al voto venerdì. (Sky Tg24 )
ROMA «In qualche modo me lo aspettavo, ma non abbiano neanche un cronoprogramma teorico», dice sconsolato Luca Ciriani, ministro dei Rapporti con il Parlamento. Nessun accordo sui tempi di esame della legge di Bilancio con l’opposizione, che chiede al governo di sfilare dalla manovra le misure estranee al bilancio, dallo stipendio dei ministri non parlamentari, che Guido Crosetto ha chiesto ieri sera di ritirare, al nuovo calendario venatorio proposto dalla Lega, e di garantire le coperture di spesa. (Corriere della Sera)
Ciò che non sarebbe comprensibile per altre professioni, che due persone che fanno lo stesso lavoro abbiano trattamenti diversi, per chi fa politica deve essere messo in conto”, ha dichiarato il titolare della Difesa. (Il Fatto Quotidiano)
Alla fine l'adeguamento spuntato nel mezzo dei lavori sulla manovra di bilancio in corso alla Camera si limiterà al rimborso delle spese di trasferta per i componenti del governo che non sono anche deputati o senatori. (L'HuffPost)