Trieste, fioriscono online le vendite di regali indesiderati dopo Natale
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Natale, tempo di gioia, condivisione e… regali sbagliati. Ogni anno, tra la carta colorata e i fiocchi, spuntano inevitabilmente doni che non rispecchiano i gusti di chi li riceve. A Trieste, come altrove, il dono indesiderato diventa spesso una fonte di imbarazzo. Ma nella città giuliana la soluzione è ormai consolidata: rivendere o scambiare online. Facebook Marketplace e altre piattaforme: l’arma segreta dei triestini Dalla mattina del 25 dicembre, le piattaforme digitali si animano. (triestecafe.it)
La notizia riportata su altri giornali
Con il reselling c’è la possibilità di trovare ciò che cerchiamo sui siti di second-hand, una soluzione che sta diventando sempre più di tendenza. (Il Fatto Quotidiano)
E c'è chi addirittura li rivende online. Il risparmio complessivamente raggiunge i 3,5 miliardi di euro, 100 milioni più dell'anno scorso e 200 più del Natale pre-pandemia. (LA STAMPA Finanza)
Un maglione, una sciarpa o un paio di calzini – magari dalla fantasia discutibile – ma anche cosmetici, libri e cibarie: il campionario dei doni poco graditi è ricco e le feste sono l’occasione buona per disfarsene. (la Repubblica)
Il Natale è il momento della condivisione, dell’abbondanza e del convivio, ma è anche l’occasione per riflettere su un tema cruciale: lo spreco alimentare. Sono numerose le iniziative intraprese dall’associazione Codici per sensibilizzare i consumatori su questa problematica, che raggiunge numeri allarmanti. (Frosinone News)
Chi acquista regolarmente in negozi che vendono oggetti di seconda mano conosce già i benefici che derivano da questa buona abitudine, per tutti gli altri ecco 8 motivi per un Natale Second Hand che aiuti ad avvicinarsi all'anno che verrà con uno spirito del tutto nuovo. (shop Mercatopoli)
Ammettiamolo: un regalo non proprio gradito è capitato a tutti almeno una volta nella vita. E, dunque, se succede che si fa? Si abbandona in un armadio a prendere polvere? Si chiede a chi ce l'ha donato di cambiarlo? O, peggio, si butta? No, perché finalmente anche in Italia - anche se come spesso accade un po' in ritardo rispetto ad altri Paesi - sta prendendo piede il reselling. (QuiFinanza)