Chat Pentagono, duro attacco del Senato al direttore della Cia: "Errore enorme e imbarazzante"

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La Stampa ESTERI

Chat Pentagono, duro attacco del Senato al direttore della Cia: "Errore enorme e imbarazzante" Lo scandalo legato alla partecipazione del direttore della rivista The Atlantic nella chat strategica altamente classificata dei vertici politici e militari americani ha visto un durissimo scontro, alla commissione intelligence del Senato, tra il senatore Jon Osoff e il direttore della Cia John Ratcliffe (La Stampa)

Su altri giornali

Un’offensiva contro gli Houti in Yemen descritta in anticipo, indicando bersagli, tempi, sequenza degli attacchi e armi usate in un dialogo tra le più alte cariche militari, politiche e di intelligence dell’Amministrazione Trump sulla app di Signal. (Corriere della Sera)

Il caso della chat Signal sulla quale il vicepresidente JD Vance e il segretario alla Difesa Pete Hegseth hanno condiviso informazioni sull’attacco militare Usa agli Houthi del 15 marzo sta mettendo in imbarazzo l’amministrazione Trump. (Il Fatto Quotidiano)

E' quanto ha scritto Jeffrey Goldberg che oggi pubblica su The Atlantic i piani dei raid in Yemen pubblicati dal segretario alla Difesa, Pete Hegseth, sulla chat Signal in cui il giornalista era stato inserito per errore. (Adnkronos)

Ricapitoliamo: due giorni fa il sopraccitato cronista ha rivelato di essere stato inserito per sbaglio in una chat del Pentagono nella quale si annunciava un raid (poi avvenuto) contro gli Houthi in Yemen e nella quale JD Vance e il capo del Pentagono Pete Hegseth definivano con disprezzo gli europei «patetici scrocconi» e specificavano quanto «odiassero dover salvare ancora una volta l'Europa». (il Giornale)

Anzi. E dal Vecchio Continente riconoscono che, in effetti, Trump e Jd Vance non hanno tutti i torti. (Il Fatto Quotidiano)

Che in realtà, sebbene così chiamato dai media, non era un telefono e non era rosso: all’inizio era una telescrivente, oggi è un videotelefono computerizzato. LONDRA – C’era una volta il “telefono rosso”. (la Repubblica)