Il corteo degli studenti a Bologna, il video del «No Meloni Day»: protesta in reggiseno e manifesti imbrattati con vernice rossa

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«Avete le mani sporche di sangue, perché fomentate guerre e un genocidio?». "«l progetto di alternanza scuola-lavoro manda al macello gli studenti». Così gli studenti in corteo a Bologna per il «No Meloni Day», davanti alla sede della Cgil di via Marconi, si sono fermati per imbrattare con mani di vernice rossa tre manifesti con i volti della premier Giorgia Meloni e dei ministri Annamaria Bernini e Giuseppe Valditara (video.corrieredibologna.corriere.it)

Su altri giornali

Oggi, 15 novembre, migliaia di studenti sono in piazza, pronti a manifestare in tutto il Paese per lo sciopero nazionale organizzato dall'Unione degli Studenti, Link - Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. (ilmessaggero.it)

No ai tagli a scuola e università e a un governo che reprime il dissenso: anche a Genova studentesse e studenti scendono in piazza per il No Meloni Day atto secondo. (La Repubblica)

La manifestazione, contro il governo, nasce per contestare i tagli all’istruzione e le politiche dell’esecutivo Meloni in generale. – Il corteo del No Meloni day è partito da Piazza Verdi con 150 studenti, appartenenti ai collettivi Cua e Cambiare rotta. (il Resto del Carlino)

Bologna, 200 studenti sfilano per il No Meloni Day: “I violenti sono loro”

Gli studenti di tutta Italia incrociano le braccia e scendono in piazza al grido di “vogliamo potere” in occasione dello sciopero nazionale proclamato per oggi venerdì 15 novembre. La mobilitazione è stata indetta dal sindacato Unione degli Studenti: “Cambiamo insieme questo modello di scuola e riprendiamo in mano il nostro futuro”, ha scritto il movimento sul suo profilo Instagram. (Il Sole 24 ORE)

Così come quelle rosse, che rimandano all'Unione Sovietica di Stalin. In poche parole: i soliti comunisti. (Liberoquotidiano.it)

Quindi non si scandalizzino, la causa della violenza sono loro”, la spiegazione. “Sono responsabili del genocidio in Palestina e troppi studenti morti sul lavoro. (La Repubblica)