Il traduttore punta alla singolarità: Translated lancia l’AI di Lara
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Due persone si parlano in videocall dai poli opposti del mondo: ciascuno parla nella sua lingua madre, l’altra ascolta in diretta nella propria lingua. Quindi una parla francese, l’altra riceve la traduzione simultanea come se l’interlocutore stesse parlando in cinese, con la propria voce naturale. E viceversa. È questa la nuova frontiera della traduzione automatica che utilizza l’intelligenza artificiale nella versione di Translated, la società italiana che da quasi vent’anni lavora alla realizzazione del traduttore perfetto, imparando dai professionisti umani mediante machine learning (Il Sole 24 ORE)
Su altre fonti
Le caratteristiche di Lara Translated, azienda italiana specializzata in servizi di traduzione con sede a Roma e Palo Alto, ha presentato Lara, una nuova intelligenza artificiale (IA) dedicata alle comunicazioni multilingue. (Multiplayer.it)
Con questo obiettivo l'italiana Translated ha lanciato Lara, una nuova intelligenza artificiale dedicata alle comunicazioni. Superare i sistemi di traduzione automatica tradizionali, avvicinandosi alla qualità dei migliori traduttori professionisti. (Luce)
A Roma la compagnia ha presentato tre novità innovative nel settore delle traduzioni. La prima, MateSub, si rivolge a chi desidera effettuare una traduzione in sottotitoli, in sincrono con il video. MateDub si rivolge invece a chi desidera effettuare la traduzione del parlato, mantenendo tono e voci originali. (Corriere della Sera)
“La terra è rossa”. “The earth is red”. È la prima frase tradotta pubblicamente da Lara, il traduttore automatico più potente al mondo. Realizzato da Translated e alimentato dall'intelligenza artificiale, è disponibile online da lunedì 4 novembre. (WIRED Italia)
Al massimo sei, sette mesi e avremo un traduttore universale in grado di sbagliare appena una parola ogni mille e archiviare così la condanna divina a non comprendere «più l’uno la lingua dell’altro», contenuta nel Libro della Genesi. (La Stampa)
Quest’estate sono stato in Giappone. Il giapponese è particolarmente sfidante dal punto di vista linguistico e non solo perché non ne capiamo il sistema di scrittura o per la struttura delle frasi, che è rovesciata rispetto alla nostra, ma proprio per un problema culturale, ci sono espressioni intraducibili, oppure che si capiscono solo se si conosce l’estremo livello di cortesia del popolo giapponese. (la Repubblica)