Perché il dibattito sulla libertà di espressione basato sull'algoritmo Musk-Trump dovrebbe ripartire da un frate del XII secolo, Bernardo de Chartres (e da Marc Bloch)

Perché il dibattito sulla libertà di espressione basato sull'algoritmo Musk-Trump dovrebbe ripartire da un frate del XII secolo, Bernardo de Chartres (e da Marc Bloch)
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Corriere della Sera ECONOMIA

Questo articolo è uscito sulla newsletter di Scienza e innovazione tecnologica One More Thing di Massimo Sideri. Per iscriversi cliccare qui. Mark Zuckerberg ha annunciato che applicherà a Facebook quello che possiamo battezzare "l'algoritmo Musk-Trump" e che si può riassumere in poche parole: ognuno potrà dire quello che vuole (tranne contro Musk e soprattutto contro Trump che aveva minacciato di far marcire lo stesso Zuckerberg in prigione se avesse interferito con la sua elezione. (Corriere della Sera)

Su altre fonti

Ora alcune delle organizzazioni esterne che fornivano il servizio al colosso stanno cercando di capire se saranno in grado di far fronte al buco che lascerà nelle loro finanze. (WIRED Italia)

Il responsabile delle rivista italiana non esclude che Zuckerberg stia progettando di dare più visibilità a quei contenuti più incendiari o polemici, magari non necessariamente solo falsi, per avere più reazioni e per mantenere gli utenti all’interno delle piattaforme. (RSI Radiotelevisione svizzera)

Così il 'vassallo' Zuck si genuflette a Trump e apre a più odio social Ve li ricordate quando annunciavano una scazzottata sul web? Si erano ripromessi una battaglia fisica vis a vis, un incontro di Mma mai andato in scena (naturalmente). (Today.it)

Meta, con l’addio di Zuckerberg al fact-checking inizia una nuova era sui social media?

Il gruppo Meta (Facebook, Instagram e Whatsapp) ha esentato alcuni dei suoi principali inserzionisti dal consueto processo di controllo dei contenuti. Lo rivelano documenti interni del 2023 di cui il Financial Times ha preso visione secondo i quali la società proprietaria di Facebook e Instagram ha introdotto una serie di “tutele” per “chi spende molto”. (Il Fatto Quotidiano)

"Le recenti elezioni sembrano anche un punto di svolta culturale verso una nuova priorità della parola. Quindi torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre policy e sul ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme. (Liberoquotidiano.it)

L’ultima mossa di Meta, ovvero l’ingresso di John Elkann (esponente di punta della finanza europea) e Dana White (presidente UFC ed emblema dell’imprenditoria americana “senza troppi fronzoli”) nel consiglio di amministrazione, sembra suggerire qualcosa di molto più profondo di un semplice rimpasto aziendale. (StartupItalia)