Orrore in aula al processo Regeni, ricostruite le torture subite da Giulio
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“Se non possiamo considerare ‘paese sicuro’, un paese dove vanno oltre un milione di italiani per le vacanze, facciamo ridere…”. Così il vicepremier Matteo Salvini discettava di politica internazionale alcuni giorni fa, per polemizzare con i giudici. Ma se ieri Salvini fosse stato nell’aula dove è in corso il processo a quattro 007 egiziani (il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamal e Uhsam Helmi e il maggiore Magdi Ibrahim Abdel Sharif) accusati di aver sequestrato, torturato ed ucciso Giulio Regeni, il ricercatore friulano trovato cadavere in Egitto a gennaio del 2016, probabilmente le sue certezze sull’Egitto sarebbero più che vacillate. (LA NOTIZIA)
Su altri media
«Non era nudo, indossava degli abiti, dei pantaloni scuri e una maglietta bianca. Ho visto un altro detenuto con segni di tortura sulla schiena. I carcerieri insistevano molto con la domanda "Giulio dove hai imparato a superare le tecniche per affrontare l'interrogatorio". (Vanity Fair Italia)
Il racconto di un ex detenuto palestinese in un videodocumentario tramesso da Al Jazeera e mostrato oggi nel corso dell'udienza del processo davanti alla Prima Corte di Assise di Roma che vede imputati quattro 007 egiziani (il Giornale)
Parla attraverso una video intervista, realizzata dall’emittente qatariota Al Jazeera, il testimone oculare delle torture inflitte a Giulio Regeni dalla National Security egiziana tra il 25 gennaio e il 3 febbraio 2016, giorno in cui il suo cadavere venne ritrovato lungo l’autostrada tra il Cairo e Alessandria. (il manifesto)
Ed a consegnarla è stato un cittadino palestinese, ex detenuto in un carcere a Il Cairo, il quale ha raccontato di aver visto il giovane ricercatore italiano durante la sua detenzione in Egitto "ammanettato con le mani dietro la schiena, con gli occhi bendati. (Il Giornale d'Italia)
“Giulio era ammanettato … Torture e sevizie, scosse e percosse. (Il Fatto Quotidiano)
Unasala d'aula carica di tensione, silenziosa testimone dell'orrore che riaffiora. (Secolo d'Italia)