«Tutti chiamati ad agire» L'«agenda» del presidente: dai giovani ai divari nel Paese fino all'emergenza carceri

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Corriere della Sera INTERNO

Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini». Questo disse Sergio Mattarella quando fu eletto il 31 gennaio 2015. Una frase, al suo esordio al Quirinale, che riassumeva un programma: stare dalla parte della gente che soffre e che vorrebbe confidare in un futuro migliore. Era la missione che lo vincolava fin da subito a occuparsi dei problemi concreti e a premere affinché siano affrontati e risolti. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

Mattarella pronuncia con orgoglio la parola «patriottismo», senza timore di apparire retorico. E non si lascia imbrigliare da calcoli speculativi al pensiero di urtare quegli irriducibili che associano la parola Patria a una stereotipata destra nostalgica o al programma elettorale di Fratelli d'Italia tanto per essere diretti. (il Giornale)

Ultim'ora news 2 gennaio ore 20 (Milano Finanza)

La speranza siamo noi. A darle forza sono coesione, coerenza, Patria. (ilmattino.it)

L'agenda concreta del Colle

Quello guidato da Giorgia Meloni ha risposto all’emergenza con la riforma del 7 giugno 2024. Quando un mese e mezzo dopo il decreto è stato convertito in legge, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha suonato le campane: «Per la prima volta la nazione ha un progetto strutturale con misure concrete». (Corriere Roma)

Ogni volta mi ripropongo di non ascoltare il successivo, ma il dovere civico è più forte: come si fa a non ascoltare, e con la massima attenzione, ciò che il Presidente ha da dire alla Nazione? Alla fine, mi siedo e mi appresto all’ascolto con animo speranzoso. (Nicola Porro)

In una parola, dice il presidente, con rispetto. La sfida che Sergio Mattarella ha proposto alla politica, nel suo discorso che apre il nuovo anno, richiede coraggio. (Corriere della Sera)