Scoperto un buco nero supermassiccio dormiente nell'Universo primordiale che sfida i modelli teorici
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Utilizzando il telescopio spaziale James Webb, un team internazionale di ricercatori guidato dall’Università di Cambridge ha rilevato un buco nero supermassiccio nell’Universo primordiale, appena 800 milioni di anni dopo il Big Bang, che sembra essere “dormiente”. Il buco nero è uno dei buchi neri più massicci scoperti da Webb a questo punto dello sviluppo dell’Universo, con ben 400 milioni di volte la massa del nostro Sole. (Astrospace.it)
La notizia riportata su altre testate
Il buco nero, con una massa pari a 400 milioni di volte quella del Sole, risale a meno di 800 milioni di anni dopo il Big Bang, rendendolo uno degli oggetti più antichi e massicci mai rilevati. (Adnkronos)
La Svizzera sta organizzando una conferenza sul conflitto in Medio Oriente per gli Stati che hanno aderito alle Convenzioni di Ginevra. Questo incontro, previsto per marzo, potrebbe avere un impatto politico significativo, in particolare su un embargo sulle armi contro Israele. (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)
La scoperta è pubblicata sulla rivista Nature da un team internazionale guidato dall'Università di Cambridge a cui partecipano ricercatori dell'Istituto nazionale di astrofisica, della Scuola Superiore di Pisa e della Sapienza Università di Roma. (L'Eco di Bergamo)
Si tratta di un buco nero enorme, 400 milioni di volte la massa del Sole, il che lo rende uno dei più massicci scoperti da Webb a questo punto dello sviluppo dell'Universo. (la Repubblica)
Ma ha anche fatto scoperte che mettono in discussione determinate teorie che gli scienziati pensavano essere ormai stabilite. A quasi tre anni esatti dal suo lancio (era l'1:55 del 25 dicembre 2021), il telescopio spaziale James Webb (Jwst) ci ha regalato scoperte sensazionali incrementando la nostra conoscenza dell'universo e delle leggi che ne regolano l'esistenza. (Panorama)
Un buco nero gigantesco, risalente a soli 800 milioni di anni dopo il Big Bang, è stato individuato mentre “dorme” dopo un periodo di crescita vorace. Questa scoperta, che mette in discussione le attuali teorie sull'evoluzione dei buchi neri, apre nuovi interrogativi sull'universo primordiale. (Media Inaf)