Aurora, Sara e Samuel: chi erano le tre giovani vittime dello scoppio di Ercolano. Lasciano due bambini piccoli

Aurora, Sara e Samuel: chi erano le tre giovani vittime dello scoppio di Ercolano. Lasciano due bambini piccoli
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Tre vittime, tutte giovanissime. Uccise da un’esplosione che non ha lasciato loro scampo. Le gemelle di 26 anni Sara e Aurora Esposito e il diciottenne Samuel Tafciu, di origine albanese. Legate, legatissime, persino nella morte, Sara e Aurora. Sono scomparse insieme nel devastante scoppio di via Petacca, che nel pomeriggio di ieri, ha sventrato una struttura a Ercolano che era stata adibita a fabbrica/deposito di fuochi d’artificio illegali. (napoli.corriere.it)

Su altri media

I carabinieri hanno confermato che all’interno del fabbricato si producevano fuochi d’artificio, non è ancora chiaro se in modo autorizzato. Ci sarebbero anche due dispersi. (La Repubblica)

La Procura indaga sulla tragedia di Ercolano, l'esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d'artificio in cui hanno perso la vita tre giovani, un diciottenne, Samuel Tafciu, e due gemelle di 26 anni, Sara e Aurora Esposito. (napoli.corriere.it)

Per identificare le vittime si è dovuta attendere la sera di lunedì 18 novembre: i corpi straziati erano difficili da riconoscere anche per i parenti dei giovani morti nello scoppio. Si sono riversati tutti in via Patacca 94, nel capannone in una zona agricola ai confini con San Giorgio a Cremano. (ilmessaggero.it)

Morte nella fabbrica abusiva di fuochi d'artificio, De Falco ('E Zezi): «Dalla Flobert a oggi non è cambiato nulla»

di Alessio Gemma (La Repubblica)

Povertà, lavoro nero, disperazione, emigrazione e morte tragica per provare a sbarcare il lunario. Solo ieri sera tardi l’ufficialità dei profili, poiché, da quanto riferito dagli inquirenti, i familiari sarebbero riusciti con difficoltà a identificare i corpi perché totalmente disintegrati. (ilmattino.it)

Era l’11 aprile 1975 e la fabbrica dove si producevano proiettili per armi giocattolo esplose, facendo una strage: tredici morti. Allora come ieri, nella fabbrica abusiva di Ercolano, le vittime erano irriconoscibili. (napoli.corriere.it)