La città proibita, action movie purissimo e spassoso. Gabriele Mainetti è il presente e il futuro del cinema

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Grosso guaio a Mainettitown. Il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot l’ha combinata bella, ma bella bella. La città proibita, terza attesa regia di Gabriele Mainetti, è uno di quei film spassosi che andrete a rivedere su grande schermo due, tre, quattro volte. E anche quando passerà in streaming o in tv lo rivedrete pure in sottofondo mentre preparate l’amatriciana. Più di Jeeg. Più, ovviamente, di Freaks Out (perché dei nazisti anche basta). (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altre testate

Dopo essersi confrontato con anime e manga, superpoteri, atmosfere fantasy, war movie e nazisti, Gabriele Mainetti è tornato con un “kung fu movie all’amatriciana”, così come aveva chiamato inizialmente “La città proibita”, ora in sala, con cui reint… Non l’ho mai sgridato né obbligato a crescere troppo, mi sono lasciato ispirare». (La Repubblica)

Ci meritiamo Gabriele Mainetti. Noi, la gang di Nocturno, ce lo meritiamo senza dubbio. Perché Gabriele è uno di noi, è nocturniano di lungo corso: ebbe a dirmelo lui stesso, in totale, spontanea franchezza, quando ci incontrammo per la prima volta anni fa, dietro le quinte del Bifest. (Nocturno)

Il giro del cineasta romano comincia alle 17,45 all’Uci Lingotto, prosegue alle 20 al Massaua, alle 20,30 appuntamento al Reposi, alle 21 il regista è atteso al Nazionale, gran finale all’I… (La Stampa)

“La città proibita” certo non assomiglia a nessun altro titolo italiano per come punta senza remore all’entusiasmo delle platee estasiate dai coreografici duelli spezzaossa e nello stesso tempo al piacere degli adepti del realismo glocal. (ilmattino.it)

I primi 10 minuti di La città proibita di Gabriele Mainetti sono un traguardo a sé, una sequenza d’apertura d’azione e arti marziali che non è solo molto complicata da realizzare (impossibile, prima di oggi, in Italia), ma è eccezionale da concepire prima di tutto. (WIRED Italia)

ROMA – Dopo le precedenti puntate con Rodrigo D’Erasmo (trovate l’intervista qui), Camilla Uboldi (qui) e con il duo degli Oragravity (qui), e dopo esserci fatti raccontare da Pat Metheny le sue colonne sonore (qui), per la nuova puntata delle nostre amate Soundtrack Sessions abbiamo incontrato in studio Fabio Amurri, ovvero il compositore della colonna sonora de La città proibita, il nuovo film di Gabriele Mainetti (The Hot Corn Italy)

La città proibita, action movie purissimo e spassoso. Gabriele Mainetti è il presente e il futuro del cinema