Lo scontro al Senato tra Lega e Fi inguaia le Asp calabresi e frena Occhiuto: stop alla norma salva-manager sui vecchi bilanci
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È sempre più incrinato il rapporto fra Lega e Forza Italia. Ieri sono andati in scena dispetti e veti reciproci che hanno visto al centro anche la Calabria. La mattina la maggioranza si è spaccata sul taglio del canone Rai con Forza Italia che ha votato insieme alle opposizioni contro l’emendamento della Lega che chiedeva di prorogare, anche nel 2025, la riduzione del contributo per la tv pubblica, da 90 a 70 euro la Lega si è vendicata nel pomeriggio, nella stessa commissione, quando ha affossato l’emendamento presentato dei forzisti Adriano Paroli e Claudio Lotito relativo ai bilanci della sanità in Calabria. (LaC news24)
La notizia riportata su altre testate
Un messaggio alla Lega? «Si dia una calmata, abbassi i toni e torniamo a parlarci di più», conclude Nevi. Con queste parole Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia e vice-capogruppo vicario alla Camera, parla delle ultime tensioni nel governo e nella maggioranza soprattutto con la Lega. (La Stampa)
Da settiimane i partiti di Antonio Tajani e Salvini litigano su tutto: dal canone Rai, fino al dl Giustizia. Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia e vice-capogruppo vicario alla Camera, rilascia un’intervista ad Affaritaliani. (Il Fatto Quotidiano)
All’indomani del voto contrario azzurro, torna sulla questione Raffaele Nevi, portavoce nazionale FI, intervistato da Affaritaliani. Per il forzista "Non serve una verifica di governo ma si deve tornare a rispettare il programma sottoscritto con gli elettori e fare le cose condivise". (la Repubblica)
Ancora strascichi e malumori per la vicenda del canone Rai tra Lega e Forza Italia, che ha fatto traballare la maggioranza di governo. “Non serve una verifica di governo ma si deve tornare a rispettare il programma sottoscritto con gli elettori e fare le cose condivise”. (LAPRESSE)
«Raffreddare, bisogna raffreddare...». A metà pomeriggio Maurizio Lupi attraversa l’immensa navata del «transatlantico» di Montecitorio invocando metaforici estintori che spengano l’incendio. (Corriere Roma)
Il primo ad appellarsi al cavaliere che fu è il leader leghista. «Ricordo che anche l’amico Berlusconi riteneva che il canone Rai fosse una tassa, una gabella su cui riflettere e da limare, non da cancellare, io sarei per la cancellazione ma in medio stat virtus», dice il vicepremier nonché ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, aggiungendo che «la cosa curiosa è che si è votato quello che l'intera maggioranza ha votato l'anno scorso, abbiamo votato lo stesso testo. (Italia Oggi)