Presidio per il ciclista morto colpito dalla portiera di un’auto a Milano: “Il prossimo potrei essere io”
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“Potrei essere io il prossimo”. “Ogni giorno quando vado a lavorare rischio almeno due volte”. Ieri sera a Milano si è tenuto il presidio dei ciclisti in ricordo di Francesco Caputo, 35 anni, morto dopo dieci giorni di coma dopo essere stato colpito dalla portiera di un’auto mentre pedalava. Il raduno è stato fatto tra via Marocco e via Soperga, proprio dove è avvenuto l’incidente l’11 ottobre scorso. (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Associazioni e cittadini si riuniscono oggi giovedì 24 ottobre in un presidio tra via Soperga e via Marocco a Milano, luogo dove il 35enne Francesco Caputo è stato colpito dalla portiera di un'auto mentre pedalava in bici: il conducente, che aveva parcheggiato in divieto di sosta, ha aperto la portiera senza guardare. (Fanpage.it)
L'incidente era avvenuto in via Soperga, non lontano dalla stazione centrale, intorno alle 21. La vittima è Francesco Caputo, ingegnere biomedico salentino, di 35 anni, originario di Lucugnano, frazione di Tricase. (La Repubblica)
Leggi tutta la notizia Attiva la lettura vocale Francesco Caputo è morto dopo 11 giorni di agonia in ospedale. (Virgilio)
Il 35enne aveva urtato violentemente contro la portiera di un'auto, una Citroen C3, che il conducente aveva aperto senza accorgersi dell'arrivo del biker. La vittima è Francesco Caputo, ingegnere biomedico salentino, di 35 anni, originario diLucugnano, frazione di Tricase, in provincia di Lecce. (Corriere della Sera)
Bici contro sportello aperto, Francesco Caputo non ce l’ha fatta: è morto dopo 11 giorni di coma MILANO – Il ciclista salentino 35enne Francesco Caputo è morto ieri mattina dopo 11 giorni di coma in seguito ai traumi riportati dopo l’incidente avvenuto lo scorso 11 ottobre in via Soperga a Milano, all’angolo con via Pietro Marocco, non lontano dalla stazione centrale. (Dire)
Proprio in questi giorni, al di là delle Alpi, la Francia è scossa per la morte violenta di Paul Varry, il cicloattivista di 27 anni investito e ucciso dalla persona alla guida di un SUV dopo una lite stradale: la sua morte non solo ha monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica francese ma ha portato in piazza oltre 20 mila persone in più di 300 città della Francia e la principale associazione dei ciclisti transalpina (FUB) ha fatto precise richieste al governo per affrontare il problema della violenza stradale motorizzata. (Bikeitalia)