Mafie nazionali ed economia legale, Messina cerca la sua strada
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Più di mille imprese a rischio infiltrazione criminalità nella città metropolitana. Serve intanto una rivoluzione dei servizi e della burocrazia al sud “Le mafie sono la quarta industria del Paese. In Italia sono 150mila le imprese nell’“orbita” della criminalità organizzata”. Lo sostiene l’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, Cgia, in uno studio. La cittò metropolirana si piazza al 24esimo posto per la presenza di “imprese potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata”. (Tempo Stretto)
La notizia riportata su altri giornali
Nell’ultimo decennio in Italia, c’è stato un incremento record di denunce per estorsione e un aumento delle imprese a rischio di infiltrazioni mafiose. Ma la Basilicata fa eccezione, almeno riguardo al numero di estorsioni: è infatti l’unica regione del Paese dove sono addirittura in calo. (Quotidiano del Sud)
Leggi tutta la notizia (Virgilio)
Il quadro emerge da uno studio della Cgia di Mestre su dati Infocamere e Banca d’Italia e che va a sommarsi con altre due dati molto preoccupanti: il numero delle interdittive emesse dalla Prefettura di Lecco nel secondo semestre del 2023, dieci in soli sei mesi, e alla crescita delle denunce per estorsione. (La Provincia Unica TV)
L'economia sommersa della criminalità organizzata La Mafia Spa è la quarta economia del Paese. Il volume di affari, spesso coperto da patine di legalità o favorito dall'anonimato di fondi di investimento o criptovalute, è in continua crescita e i clan non si impongono più (solo) con minacce e lupara, bensì con futures, partecipazioni, coperture. (Torino Cronaca)
Su 24.830 imprese della provincia di Cremona, 412 sono «potenzialmente prossime a contesti di criminalità organizzata». Le denunce per estorsione registrano un’impennata, passando dalle 31 del 2013 alle 76 del 2023 (+ 45%), collocando la provincia al 17 posto della classifica nazionale. (La Provincia di Cremona e Crema)
Oltre 13 mila attività, con picchi nelle città metropolitane di Palermo e Catania e un’incidenza che sfiora il 9% sul totale nazionale: sono le imprese siciliane in odor di mafia, o comunque a forte rischio infiltrazione da parte della criminalità organizzata, secondo i dati pubblicati dalla Cgia di Mestre, l’associazione degli artigiani. (Gazzetta del Sud)