Cosa succede in Siria e perché anche l’Onu è preoccupata
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Roma, 2 dic. – L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha espresso preoccupazione per l’evolversi della situazione nel nord-est della Siria. Lo ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell’organizzazione. “La situazione nel nord-ovest della Siria è preoccupante e stiamo seguendo da vicino questa situazione di instabilità”, ha dichiarato il portavoce. Laerke ha aggiunto che l’accesso umanitario e gli spostamenti dei civili nella provincia siriana di Aleppo sono sempre più difficili a causa del deterioramento della situazione nella regione, secondo i dati operativi dell’organizzazione pubblicati il 1 dicembre. (Agenzia askanews)
La notizia riportata su altri media
Perché qui, in quello che rimane della capitale, non importa a quale religione tu appartenga. Sono gli ultimi giorni di dicembre 2016 e Damasco è fredda, forse più del solito. (il Giornale)
Dopo aver conquistato Aleppo, il suo aeroporto e decine di cittadine vicine, i combattenti guidati dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) sono entrati ad Hama. Continuano gli scontri in Siria tra l'esercito regolare e i ribelli jihadisti filo-turchi che hanno lanciato un'offensiva nel nord del Paese. (La Stampa)
Perché la prima considerazione è proprio questa: quanto ora accade nel Nord del Paese, con l’improvvisa esondazione dalla provincia di Idlib di colonne di islamisti che in qualche giorno hanno preso Aleppo e si sono avvicinati all’altra grande città (900mila abitanti) di Hama, 200 chilometri più a Sud, non è una «cosa nuova» ma la ripetizione di quanto avevamo visto tra il 2011 e il 2015, cioè fino a quando l’intervento militare russo rovesciò l’andamento delle operazioni a favore di Bashar al-Assad. (L'Eco di Bergamo)
La Guerra di Siria scoppiò nel 2011 come varietà locale delle Primavere arabe. A differenza di altri raìs, Bashar Assad resistette, chiamando in suo aiuto prima l’Iran e i suoi basisti libanesi di Hezbollah, poi la Russia. (Liberoquotidiano.it)
“La tregua e i negoziati possono arrivare solo dopo che l’Ucraina sarà rafforzata con un pacchetto sufficiente di armi, comprese quelle a lunga distanza, e l’invito ad entrare nella Nato”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo aver incontrato la nuova responsabile della diplomazia Ue, Kaja Kallas, il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa, e la commissaria per l’Allargamento, Marta Kos, nella loro prima visita ufficiale all’estero. (Il Sole 24 ORE)
È un’organizzazione capace di destabilizzare non solo il Medio Oriente, ma anche l’Europa, e che ha legami diretti in Italia. Un gruppo jihadista che potrebbe sembrare un altro attore in una guerra senza fine, ma che in realtà è molto di più. (Nicola Porro)