Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Introduzione Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. (Sky Tg24 )
Ne parlano anche altre testate
Le navi russe non sono più in Siria: hanno, tutte, lasciato la base navale russa di Tartus per dirigersi in acque internazionali, a una distanza tra i 9 e i 13 chilometri dalla costa siriana. (La Stampa)
La stampa internazionale (quella italiana, nell'occasione, pare un poco più avveduta) abbonda in queste ore di articoli sull'umiliazione subita dalla Russia di Vladimir Putin in Siria con la cacciata di Bashar al-Assad (Inside Over)
Fonti russe affermano che al momento i militari presenti nella base aerea di Khmeimim e nel porto di Tartus, concessi all’Unione Sovietica nel 1971, non hanno lasciato i loro posto e restano in stato di allarme e pronti al combattimento. (Notizie Geopolitiche)
Il destino delle basi aeree e navali russe in territorio siriano è in bilico dopo la drammatica cacciata del presidente Bashar al-Assad, alleato del Cremlino. L'agenzia di intelligence militare ucraina sostiene che la Russia si sta ritirando dalle sue basi siriane. (Euronews Italiano)
Il collasso repentino del regime di Bashar al-Assad non è merito dell’aiuto militare e logistico della Turchia. Putin, che ha sempre sostenuto militarmente il vecchio regime, spazzando via l’Isis dalla Siria in pochi giorni, stavolta ha abbandonato Bashar al-Assad, spianando la strada al capo dei “ribelli” Al Jolani. (Il Fatto Quotidiano)
Era il maggior alleato di Mosca in Medio Oriente dai tempi dell'Unione Sovietica e ora la proiezione geopolitica di Putin nella regione si è ridotta notevolmente. (Sky Tg24 )