Romania, socialdemocratici vincono le elezioni ma l'estrema destra avanza

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ESTERI

A scrutinio quasi concluso, il principale partito di centro-sinistra della Romania, il Partito Socialdemocratico (PSD), si avvicina alla vittoria con il 22% dei voti delle elezioni parlamentari tenutesi domenica 1 dicembre. Tuttavia, l'estrema destra dell'Alleanza per l'Unione dei Romeni (AUR) segue al secondo posto con il 18%, mentre il Partito Nazionale Liberale (PNL), alleato della coalizione del governo socialdemocratico uscente, si piazza al terzo posto con il 13%.

Se si sommano i voti di altre due formazioni minori, l'estrema destra raggiunge il 31%: un rumeno su tre, quindi, si schiera su quel fronte politico, mentre nelle precedenti elezioni era meno di uno su dieci. Sia SOS Romania della filorussa Diana Sosoaca che la nuova formazione giovanile POT hanno superato la soglia di sbarramento del 5% e saranno dunque rappresentati in Parlamento.

L'avanzata dell'ultradestra, che osservatori e analisti collegano alle persistenti difficoltà economiche in Romania e alle inquietudini suscitate dalla guerra nella confinante Ucraina, rappresenta un fenomeno significativo. Dal 24 novembre, data del primo turno delle elezioni presidenziali che hanno sancito il ballottaggio tra il filo-russo Călin Georgescu e la liberale Elena Lasconi, i riflettori dell'UE sono puntati costantemente su Bucarest.

I socialdemocratici (PSD) hanno vinto le elezioni legislative con il 22,4% dei voti, ma le forze politiche di estrema destra hanno raggiunto il 31%, trainate dal risultato dell'Alleanza per l'Unità dei Romeni (AUR).