Netanyahu sulla morte di Sinwar: “Oggi il male ha subito un duro colpo”

17/10/2024 ESTERI

Roma, 17 ott. – “Sono qui davanti a voi oggi per annunciare che Yahya Sinwar è stato eliminato. L’uomo che ha perpetrato il più terribile massacro nella storia del nostro popolo dopo l’Olocausto, il leader assassino che ha ucciso migliaia di israeliani e ne ha rapiti centinaia, è stato abbattuto oggi dai nostri eroici soldati”. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, in un discorso pubblicato su Facebook dopo la morte del leader di Hamas (Agenzia askanews)

Ne parlano anche altri media

Dopo la conferma ufficiale dell'uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar in un raid dell'Idf a Gaza mercoledì, parla Bibi Netanyahu. Il conto è stato saldato", ha detto il premier israeliano. (Corriere TV)

Roma, 17 ott. - "Oggi come promesso abbiamo fatto i conti con Yahya Sinwar": lo ha detto in un video messaggio il premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo l'annuncio della morte del lader di Hamas Yhya Sinwar, ucciso a Gaza dall'offensiva dell'esercito dello Stato ebraico. (Il Sole 24 ORE)

L'esercito israeliano ha diffuso un breve video girato da un drone che mostrerebbe gli ultimi istanti di vita del capo di Hamas, Yahya Sinwar, poco prima di essere eliminato in una operazione militare a Gaza (IL LIVEBLOG SULLA GUERRA). (Sky Tg24 )

I media di Israele hanno diffuso la notizia nel pomeriggio: Yahya Sinwar, capo di Hamas nella Striscia di Gaza ed eminenza grigia dell’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, è stato ucciso in un’operazione militare nell’enclave palestinese. (ISPI)

È stato uno dei primi membri di Hamas, che si è costituito nel 1987. Guidò l’ala del gruppo che si occupava di uccidere gli informatori che lavoravano per Israele. (RSI.ch Informazione)

La sua dirigenza dell'ufficio politico di Hamas sarebbe durata solo 72 giorni. Yahya – il nome coranico di Giovanni Battista – Sinwar era stato a eletto a capo del movimento islamico il 6 agosto scorso in seguito all'uccisione, una settima prima a Teheran, del suo predecessore Ismail Haniyeh. (Avvenire)